Clima: sottovalutato del 150% il riscaldamento degli oceani nel sud del mondo

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Pacific_Ocean_laea_relief_location_mapPotrebbe essere stato sottovalutato il tasso di riscaldamento dei mari del sud, in particolare quello ‘superficiale’ dei primi 700 metri. Che invece andrebbe aumentato anche fino al 150%. Mentre le acque in profondita’ (2.000 metri) potrebbero aver contribuito in modo trascurabile alla crescita del livello del mare nel periodo dal 2005 al 2013. Secondo quanto riporta on-line ‘Nature climate change’, con due studi che vengono messi in relazione, gli effetti del riscaldamentoglobale e l’innalzamento del livello degli oceani, ritenuti come un ‘serbatoio’ di calore che custodisce la memoria di oltre il 90% dell’aumento delle temperature causate dall’uomo, potrebbe esserci stata una stima per ‘difetto’ degli oceani australi.

Ocean_sunset_pictureNello specifico i risultati delle misure dirette confrontati con i dati satellitari dal 1970 mostrano che il tasso di riscaldamento delle acque superficiali non trova riscontri per via della scarsita’ dei dati e soprattutto del basso livello di campionamento dei mari nell’emisfero australe. Le valutazioni infatti suggeriscono che la stima del riscaldamento sui mari dovrebbe essere aumentata di una percentuale che puo’ variare tra il 48% e il 152%. Al contrario, nel periodo 2005-2013 gli oceani del sud del mondo ad una profondita’ di 2.000 metri non subiscono un particolare riscaldamento, tanto offrire meno implicazioni all’aumento del livello dei mari. Dalla prima e dalla seconda analisi emerge – viene spiegato su Nature climate change – come questi studi abbiano importanti implicazioni sulle correnti oceaniche e di conseguenza sulle reazioni prodotte all’innalzamento del livello del mare (spiegando il 32% del tasso annuo di aumento medio globale), nonche’ sul bilancio energetico del Pianeta. Oltre che su quanto c’e’ da attendersi in futuro dai cambiamenti climatici.

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