Purtroppo si allunga la lista delle alluvioni lampo che in questo piovosissimo autunno 2014 hanno vulnerato le regioni che si affacciano sul bacino centrale del Mediterraneo. Nel pomeriggio di ieri è toccato alla Corsica orientale, dove le piogge, resesi torrenziali, hanno determinato un “flash flood” che allagato centri abitati e campagne, cagionando ingentissimi danni e tanti disagi. Nel pomeriggio di ieri, l’avanzata di un strutturato sistema temporalesco a mesoscala, che ha cominciato ad assumere la tipica forma del “V-Shaped”, dal settore più occidentale del Tirreno centro-settentrionale, ha scaricato piogge di carattere torrenziale su alcuni distretti della Corsica orientale e le aree dell’entroterra montuoso dell’isola. Durante il “landfall” del “V-Shaped”, che nella mattinata di ieri si cominciava a sviluppare sul settore più occidentale del Tirreno settentrionale, caricandosi nel tratto di mare a ovest dell’Arcipelago Toscano, un autentico diluvio ha colpito la località di Lugo di Nazza, dove in poche ore si sarebbero accumulati fino a 438 mm di pioggia. Si tratta di un quantitativo d’acqua davvero impressionante, che non poteva non avere incidenze sul territorio.
Notevoli anche gli oltre 115 mm caduti a Bastia, mentre picchi di oltre 300 mm si sarebbero registrati nelle zone montuose dell’entroterra corso, dopo il passaggio di una serie di rovesci temporaleschi davvero violenti, accompagnati da indici di rain/rate arrivati a fondoscala e una attività elettrica piuttosto intensa (indice di convenzione profonda). Tutta quest’acqua, caduta in così poco tempo, non poteva essere smaltita dal terreno. Ciò ha causato le condizioni ideali per una vera e propria alluvione lampo, con estesi allagamenti e smottamenti che hanno provocato l’interruzione di molte strada e la sospensione dei collegamenti ferroviari in tutta la regione della Corsica orientale. Strade isolate, frane e torrenti esondati, con almeno 800 vigili del fuoco al lavoro per prestare soccorso. Le piogge torrenziali, a prevalente carattere temporalesco, che hanno duramente martellato gran parte del territorio corso hanno provocato la conseguente ondata di piena di fiumi e torrenti, esondati in più punti visto l’enorme mole di acqua caduta in così poco tempo.
Dal punto di vista sinottico lo scenario barico aveva come protagonisti un promontorio anticiclonico sub-tropicale, in allungamento fino alla Scandinavia, e la contemporanea avanzata da ovest della profonda depressione extratropicale che si era posizionata sull’Atlantico portoghese, con un profondo minimo barico sceso sotto i 975 hpa. Nel corso della mattinata di ieri, mentre il promontorio anticiclonico sub-tropicale, presente sul bacino centro-orientale del Mediterraneo, tendeva a ruotare e ad ergersi fin verso la Scandinavia, più ad ovest, fra la Spagna e le Baleari, si affacciava una circolazione di aria molto umida, calda e instabile, annodata lungo il margine più orientale della circolazione ciclonica attiva sul vicino Atlantico. Questo flusso molto umido, d’origine sub-tropicale, era associato all’avanzamento di un sistema frontale, nei bassi strati, a sua volta collegato alla profonda depressione che si protendeva fino alla costa atlantica marocchina, alimentando più ad est una risposta calda sub-tropicale pre-frontale sul Mediterraneo centro-occidentale.
Proprio in seno a questo umidissimo flusso pre-frontale, che dall’entroterra desertico algerino si dipanava in direzione delle Baleari, delle coste meridionali francesi e dell’Italia, si stava creando l’ambiente adatto per accendere la miccia dei sistemi temporaleschi a mesoscala, di tipo “lineare”, simili ai famosi “V-Shaped”, che dal mar di Corsica e dal settore più occidentale del Tirreno centro-settentrionale, sotto la spinta di un sostenuto “low level jet”, si muovevano proprio sulla Corsica, apportando piogge, rovesci e soprattutto fenomeni temporaleschi. Durante la mattinata di ieri un sistema convettivo, sviluppatosi nel tratto di mare poco a ovest dell’Arcipelago Toscano, sotto la spinta del sostenuto flusso meridionale attivo sul Mediterraneo centrale, si stava rigenerando in continuazione, apportando su queste piogge diffuse e rovesci, a tratti anche intensi. La punta del “V-Shaped”, lì dove normalmente si originano i fenomeni più intensi per l’esplosione della convenzione, per diverse ore è rimasta relegata sull’entroterra montuoso della Corsica orientale, scaricando gran parte dei nubifragi (dati gli elevatissimi indici di rain/rate) proprio sulla terra ferma, in quest’area.
Le grandi quantità di calore latente fornite dalle acque del Tirreno centro-settentrionale hanno contribuito ad “autoalimentare” l’attività convettiva, agevolando lo sviluppo di “Updrafts” davvero esplosivi, in rapida evoluzione, fino allo sfondamento della troposfera. Le zone orientali della Corsica hanno avuto la sfortuna di essere state investite in pieno dalle “Celle temporalesche” più intense di questo “V-Shaped”, che si erano appena sviluppate nel tratto di mare antistante la Corsica sud-orientale e venivano bloccate dal “forcing” orografico prodotto dai monti interni dell’entroterra isolano, che enfatizzavano la struttura temporalesca con il classico effetto “trampolino” che costringeva l’aria calda e umida a salire bruscamente verso l’alto, anticipando il processo di condensazione. Solitamente nei temporali “V-Shaped” le “Celle” più intense si trovano proprio lungo il vertice della V, sul versante Sud o Sud-ovest, dove si concentrano i fenomeni più violenti ed estremi, con piogge torrenziali e attività elettrica a fondoscala.
Difatti le “Cellule temporalesche” che si sviluppano lungo la punta, non avendo nulla a sud che possa rubare l’aria calda e umida destinata a loro, tendono ad assumere le caratteristiche di una “Supercella” classica, con moto rotatorio, tanto da essere confuse con essa, anche se la “Supercella” ha una struttura molto differente. La caratteristica forma a V di questi temporali, caratteristici della stagione autunnale sul Mediterraneo ed in particolare sul mar Ligure, si sviluppa quando un forte “Updraft” penetra fin sulla bassa stratosfera, originando un “overshooting top” che blocca il vento ai livelli superiori, forzando il flusso a divergere intorno ad esso. Giunti in questa fase s’innesca un meccanismo per cui il flusso erode la sommità dell’”Updraft” e trasporta i resti della nube temporaleschi nella zona sottovento. Da notare come nei sistemi “V-Shaped” l’area più fredda è vicino all’apice della V, ed è associata all’espansione adiabatica dovuta all’ascesa di aria nell’”Updraft” del temporale quando raggiunge la tropopausa.