L’inverno 2014/2015 comincia ad effettuare le prime importanti manovre anche sul continente europeo. Come avevo anticipato da tempo, una parte di quel vasto lago di aria gelida, d’estrazione artico continentale, che nei giorni scorsi si è depositato fra la Siberia centro-occidentale, gli Urali e la Russia europea, è riuscito a scivolare, molto gradualmente, anche sui paesi dell’Europa orientale, dove il freddo proprio in questi giorni ha cominciato a sedimentarsi nei bassi strati, favorendo un primo significativo raffreddamento. Difatti, una parte di quest’aria molto fredda, d’estrazione continentale (spessore dello strato d’aria fredda sui 1.5-2.0 km), dal bassopiano della Siberia occidentale e dalla regione degli Urali si è propagata, gradualmente, fin verso la Russia europea, la Bielorussia e l’Ucraina, con successivo interessamento, di Romania, Moldavia, Polonia, Slovacchia e Ungheria, dove le masse d’aria fredde hanno fatto il loro ingresso attraverso l’inserimento di una gelida ventilazione da E-NE e NE, particolarmente attiva nei bassi strati.
L’avvento di questa circolazione di aria particolarmente fredda, di origini polare continentale, è stato causato dall’interazione tra il robusto promontorio anticiclonico di blocco, da settimane preesistente sopra la Russia europea e parte della Scandinavia, e la profonda depressione extratropicale, riempita di aria gelida artico continentale a tutte le quote (altro non è che il “lobo siberiano” del vortice polare), che fino alla scorsa settimana stazionava sopra il bassopiano della Siberia occidentale, nell’area ad est degli Urali. Il progressivo abbassamento di latitudine di questa ampia circolazione ciclonica, colma di aria gelida, sul bassopiano della Siberia occidentale, ha contribuito ad erodere parzialmente ed assottigliare la robusta figura anticiclonica da settimane permanente sulla Russia europea. Assottigliandosi su se stesso l’anticiclone russo è stato costretto ad allungare i propri elementi più occidentali in direzione della Finlandia, della Scandinavia e delle Repubbliche Baltiche, creando un lungo corridoio esteso dal cuore della Russia europea fino alle coste della Svezia. Lungo il bordo più meridionale di questo figura anticiclonica russo-scandinava si è attivata una debole/moderata ventilazione da NE e E-NE che ha pilotato una parte dell’aria molto fredda, di matrice continentale, accumulata sopra i bassopiani della Siberia sud-occidentale e delle steppe del Kazakistan, verso gli Oblast’ della Russia europea meridionale, la Bielorussia e l’Ucraina, dove i termometri hanno subito un vero e proprio tracollo, sfondando il muro dei primi -10°C -12°C.
Visto l’assetto della figura anticiclonica dinamica la massa d’aria fredda è stata in grado di penetrare sulle pianure della Russia meridionale, Bielorussia, Ucraina, per poi sfondare in direzione delle Repubbliche Baltiche, Moldavia, Polonia orientale e della Romania, dove si sono fatte strada le prime significative gelate di stagione, che hanno poi spianato il terreno per la caduta delle prime nevicate al piano. Durante l’incursione dell’aria molto fredda continentale non sono mancate delle nevicate, prevalentemente deboli o al più moderate, nonostante la presenza di valori pressori molto elevati, superiori ai 1030 hpa. Pur trattandosi di masse d’aria molto fredde, e quindi stabili nei pressi del suolo, una volta scavalcati gli Urali e attraversate le grandi pianure della Russia europea, la Bielorussia e l’Ucraina, durante la loro discesa verso sud-ovest, queste hanno interagito con aria decisamente più mite e umida, incontrata durante il percorso verso l‘Europa centrale. L’aria fredda, essendo molto densa e pesante, ha costretto queste masse d’aria più temperate a sollevarsi forzatamente verso l‘alto, generando una diffusa nuvolosità “avvettiva” (altostrati e nembostrati con basi molto basse), che è stata capace di dare la stura a precipitazioni sparse, prevalentemente nevose fino al piano, specie fra Bielorussia, Ucraina, Moldavia, e nord-est della Romania, visto la presenza di un campo termico sotto la media, con valori al di sotto dei +0°C a livello del suolo.
Ma nel weekend nevicate di debole e moderata intensità, prodotte da nubi con basi molto basse, hanno imbiancato anche l’est della Polonia, le pianure interne di Estonia, Lettonia e Lituania. Il deposito di questo sottile manto di neve sulle campagne dell’Europa orientale contribuirà a raffreddare ulteriormente lo strato freddo già distesosi in prossimità delle pianure e dei bassopiani di questi paesi, favorendo la formazione di diffuse lastre di ghiaccio nelle aree recentemente innevate. Entro il fine settimana, con l’ulteriore avanzata dell’aria fredda continentale verso la Mitteleuropa, nuove nevicate potrebbero interessare anche il resto della Polonia, la Slovacchia, la Repubblica Ceca e la Germania orientale. Trattandosi di masse d’aria artiche continentali, d’estrazione siberiana, queste si presentano piuttosto fredde solo nei bassi strati, visto che presentano uno spessore non superiore ai 1.5-2.0 km. Ciò, già dai prossimi giorni, farà avvertire il gelo maggiormente nelle località a bassa quota, mentre in quota i valori termici potranno risultare anche un po’ più elevati. Nei prossimi giorni il deposito delle masse d’aria fredde nei bassi strati, assieme all’effetto “Albedo” indotto dai terreni innevati, produrrà forti inversioni termiche che potranno far sprofondare i termometri, anche al di sotto dei -12°C -15°C. Soprattutto fra la Russia, dove localmente potremo toccare anche i -17°C -18°C, Bielorussia e Ucraina. Ma il gelo si avvertirà anche sulle aree più interne di Lettonia, Lituania e Lettonia, così come fra Bielorussia e Ucraina, dove in settimana si toccheranno punte di -16°C, in città come Minsk e Kiev. Qui l’inverno 2014/2015 è ufficialmente iniziato, ed ora comincia a fare sul serio.