Salute: la ricerca made in Italy sfida il diabete

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DIABETE COPERTINA - CopiaCentomila euro per finanziare i giovani ricercatori italiani che sfidano il diabete. Parte lunedi’ 15 dicembre, infatti, il concorso DRINN – Diabetes Research INNovation: tutti i medici specialisti con meno di 45 anni, che hanno una solida esperienza in diabetologia e lavorano in Italia, sono chiamati a sfidare il diabete con progetti di ricerca clinica e di base. Il concorso ha l’obiettivo ambizioso di spronare la ricerca italiana in diabetologia, finanziando con un totale di centomila euro i due progetti piu’ innovativi sugli agonisti del recettore del GLP-1 (50 mila euro per ciascun progetto). Il GLP-1 e’ un ormone proteico gastrointestinale (incretina) rilasciato naturalmente dall’organismo che, in seguito all’assunzione di cibo, stimola la secrezione di insulina e blocca quella dell’ormone antagonista glucagone, abbassando cosi’ i livelli glicemici (concentrazione di glucosio nel sangue). Nel diabete, il GLP-1 non funziona bene e cosi’ la glicemia sale in modo eccessivo dopo l’assunzione del pasto. Gli agonisti del recettore del GLP-1 sono farmaci in grado di imitare le azioni anti-iperglicemiche indotte dall’incretina umana e sono dunque fondamentali nella terapia del diabete di tipo 2. “La regolazione delle funzioni dell’isola pancreatica ha ancora oggi molti aspetti da chiarire. La ricerca scientifica sull’ormone GLP-1 e sui farmaci agonisti del recettore del GLP-1 e’ fondamentale – commenta Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Universita’ Aldo Moro di Bari – per comprendere, ad esempio, il meccanismo che permette di stimolare la secrezione dell’insulina in maniera glucosio-dipendente e di inibire quella del glucagone, ottenendo cosi’ un effetto favorevole e fisiologico sul controllo dell’iperglicemia. Inoltre, va indagata la capacita’ degli agonisti del recettore del GLP-1 di avere effetti favorevoli su altri organi e apparati, quali l’apparato cardiovascolare e il rene, con possibili conseguenze positive sulle complicanze cardiovascolari e renali del diabete. Va anche esplorato il possibile ruolo protettivo di questi farmaci sul sistema nervoso, in particolare nel contesto delle malattie neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer e la malattia di Parkinson”. “Il concorso DRINN e’ un’iniziativa lodevole – aggiunge il prof. Giorgino – perche’ incentiva la ricerca biomedica in Italia, un Paese in cui purtroppo l’attenzione e le risorse destinate alla ricerca non sono adeguate. Ci auguriamo che venga stimolata la capacita’ dei ricercatori italiani in ambito diabetologico di produrre idee, protocolli, progetti che altrimenti rischierebbero di non essere sviluppati”. Da lunedi’ 15 dicembre e fino al 30 gennaio 2015 sara’ possibile registrarsi sul sito www.progettodrinn.it e candidare il proprio progetto. La Commissione scientifica – composta dai professori Agostino Consoli (Universita’ Gabriele D’Annunzio di Chieti), lo stesso Francesco Giorgino, quindi Francesco Purrello (Universita’ di Catania) e Giorgio Sesti (Universita’ Magna Graecia di Catanzaro) – selezionera’ entro lunedi’ 30 marzo i due progetti migliori, uno di ricerca clinica e uno di ricerca di base. I principali criteri di valutazione saranno da un lato la capacita’ di produrre risultati nuovi rispetto alla letteratura scientifica gia’ esistente (focalizzandosi ad esempio su popolazioni o argomenti poco studiati) e dall’altro, per quanto riguarda la ricerca di base, il tipo di modello utilizzato e le tecniche sperimentali di supporto. “Siamo orgogliosi del progetto DRINN – spiega Gilberto Riggi, direttore medico di AstraZeneca Italia, azienda biofarmaceutica orientata all’innovazione e focalizzata su scala internazionale nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci etici per disturbi del sistema nervoso centrale, malattie gastrointestinali, cardiovascolari, respiratorie e infiammatorie, oncologiche e infettive e che sostiene il concorso – e ci auguriamo che possa prima di tutto contribuire a dare impulso alla ricerca italiana in diabetologia. Inoltre, speriamo che possa favorire, attraverso lo studio degli agonisti del recettore del GLP-1, il raggiungimento di un sempre miglior controllo della glicemia nel diabete di tipo 2, una malattia che sta raggiungendo proporzioni enormi in tutto il pianeta”. Si calcola che nel 2035 sulla Terra ci saranno circa 1 miliardo tra diabetici e persone a rischio.

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