Tra il 5 e 6 febbraio la costa romagnola è stata devastata da un eccezionale alluvione rappresentata da invasione di acqua marina e da esondazioni fluviali.
La violenza delle onde ha provocato ingenti danni ai manufatti.
Le immagini illustrano gli aspetti naturali principali che hanno rappresentato il fenomeno eccezionale che può essere definito una “alluvione perfetta” nel senso che ogni elemento naturale ha avuto un ruolo eccezionale nel determinare l’evento.
Gli elementi naturali sono agevolmente monitorati dall’uomo per cui un evento simile è prevedibile con molte ore di anticipo e può interessare le coste italiane basse.
Le istituzioni pubbliche devono attivarsi per realizzare un sistema integrato di monitoraggio ambientale in tempo reale in grado di lanciare gli allarmi con ampio anticipo.
Certamente non si possono evitare eventi eccezionali simili ma almeno si possono contenere danni alle persone e agli animali.
L’evento si può ripetere ancora nell’attuale periodo di transizione climatica.
Si tratta di verificare quali modificazioni costiere saranno irreversibili dopo un evento simile per ricavare trasparenti conseguenze amministrative tese ad evitare l’aggravamento di quegli aspetti fisici del territorio che favoriscono la predisposizione ambientale a catastrofi simili.
Figura 1: La costa romagnola devastata dall’invasione di acqua dal mare e da terra il 5 e 6 febbraio2015. Un forte vento da nord est ha soffiato per oltre 48 ore innescando una vigorosa mareggiata e un conseguente sovralzo marino sotto costa tale da provocare l’invasione della terra ferma da parte dell’acqua marina e un impedimento al deflusso dell’acqua drenata dai vari bacini idrografici nei quali, tra giovedi e venerdi, sono precipitati da circa 100 mm (in pianura) a circa 200 mm in collina.
Figura 2: La costa romagnola devastata dall’invasione di acqua dal mare e da terra il 5 e 6 febbraio2015. Un forte vento da nord est ha soffiato per oltre 48 ore innescando una vigorosa mareggiata e un conseguente sovralzo marino sotto costa tale da provocare l’invasione della terra ferma da parte dell’acqua marina e un impedimento al deflusso dell’acqua drenata dai vari bacini idrografici nei quali, tra giovedi e venerdi, sono precipitati da circa 100 mm (in pianura) a circa 200 mm in collina.
Figura 3: movimenti verticali del mare (ricostruiti da Valerio Buonomo) in relazione alla successione delle maree, in base ai dati della Rete Mareografica Italiana, tra il 5 e 6 febbraio 2015. I grafici 1, 3 e 5 si riferiscono alle basse maree e i grafici 2 e 4 alle alte maree. E’ evidente che nell’intervallo di tempo compreso tra i grafici 2 e 4, cioè per circa 15 ore, il mareografo di Ravenna (figura in basso a destra) ha registrato acqua alta intorno ad 1 m sullo zero idrometrico. La bassa marea (3) non ha registrato l’abbassamento del livello del mare che ha stazionato alla stessa quota delle alte maree precedente (2) e successiva (4). L’intervallo di tempo compreso tra le maree 2 e 4 rappresenta l’intervallo durante il quale si è verificato l’evento alluvionale perfetto che ha devastato la costa romagnola.
Figura 4: sezione lungo costa (ricostruita da Valerio Buonomo) che evidenzia la ricostruzione dei movimenti verticali del mare in relazione alla successione delle maree, in base ai dati della Rete Mareografica Italiana, tra il 5 e 6 febbraio 2015. Le curve da 1 a 5 sono relative al livello marino durante le alte e basse maree. Si nota che gli spostamenti verticali del mare sono maggiori nell’alto Adriatico e che nell’intervallo di tempo compreso tra l’alta marea 2 e la 4 non è stata registrata, a Ravenna, la bassa marea in quanto la curva 3 (bassa marea) denota una altezza di +104 cm sullo zero idrometrico.
Figura 5: ricostruzione degli elementi naturali che hanno caratterizzato la “alluvione perfetta” verificatasi tra il 5 e 6 febbraio 2015 lungo la costa romagnola. Copiose precipitazioni piovose hanno interessato i bacini idrografici con circa 100 mm in pianura e circa 200 mm nelle aree appenniniche. Una vigorosa mareggiata da nordest ha battuto il litorale innescando e sostenendo una violenta mareggiata. Le onde di piena hanno raggiunto i tratti terminali dei corsi d’acqua durante un intervallo di tempo di circa 15 ore nel quale il livello marini è stato caratterizzato da una acqua alta eccezionale dovuta alla marea astronomica e ad un rilevante sovralzo del livello marino sotto costa sostento dal vento da nordest. Per circa 15 ore l’effetto della bassa marea è stato annullato dal sovralzo per cui l’acqua marina ha invaso la fascia costiera emersa opponendosi al deflusso delle acque fluviali. Queste eccezionali condizioni hanno causato una doppia invasione della fascia costiera da parte dell’acqua marina e di quella fluviale. Si fa notare che il sovralzo marino sostenuto dal vento è valutabile intorno a 70 cm durante la bassa marea 3 e di circa 50 cm durante l’alta marea 2.
Figura 6: evidenza dell’invasione di acqua marina lungo la costa urbanizzata di Cesenatico e Ravenna avvenuta tra il 5 r 6 febbraio 2015. Gli schemi morfologici in alto illustrano il sollevamento dell’acqua marina registrato dal mareografo di Ravenna che ha evidenziato un eccezionale stazionamento alto del livello del mare per circa 15 ore continue durante le quali non si è verificata la bassa marea. Come si vede anche dalle foto l’acqua marina (alcune decine di cm) ha invaso la Strada Molo Dalmazia a Ravenna e viale Carducci a Cesenatico. L’acqua alta ha completamente sommerso le barriere costiere.
Valerio Buonomo, borsista c/o CNR-ISAFOM.
Franco Ortolani, Ordinario di Geologia, docente del Master in Pianificazione Comunale, Università di Napoli Federico II, associato a CNR-ISAFOM.
Silvana Pagliuca, ricercatrice CNR-ISAFOM.