Il viadotto Himera è pericolante nel cuore della Sicilia, traffico paralizzato e polemiche: tutte le FOTO
La Sicilia è letteralmente paralizzata, da giorni, dopo che una frana gigantesca ha interessato il viadotto Himera dell’A19 Palermo-Catania, compromettendo la viabilità dell’isola. Alcune zone interne sono già da tempo letteralmente isolate, nella zona delle Madonie, per le frane provocate dal maltempo delle ultime settimane. Per evitare di percorrere il viadotto pericolante, il traffico viene deviato su vecchie strade interne falcidiate da frane, crolli e buche, peggio di 40 anni fa, nella Sicilia in cui ancora non esisteva l’autostrada.
Il viadotto Himera crollerà, o cedendo naturalmente o perché verrà abbattuto e poi ricostruito per un danno che non si può riparare in modo differente. Probabilmente passeranno anni per ripristinare la percorribilità dell’A19 Palermo-Catania.
Le proposte per una soluzione molto difficile
Un commissario straordinario con ampi poteri di progettazione e realizzazione degli interventi stradali e autostradali. L’impiego “attivo” dei forestali sul fronte della prevenzione e del dissesto idrogeologico. Il ricorso alla “cooperazione assistita” Stato-Regione in tema di fondi Ue per infrastrutture di trasporto e collegamento. E una corsia preferenziale all’Ars per il varo della riforma degli enti di area vasta “perche’ tra le competenze di liberi consorzi e citta’ metropolitane, rientra proprio la materia dei collegamenti stradali secondari”. Sono le proposte della Cisl Sicilia a seguito della frana e del cedimento di un pilone del viadotto Himera, nell’autostrada Palermo-Catania. “Un crollo che pesa come un’ipoteca sul presente e sul futuro dei siciliani – lamenta Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia – anche alla luce della situazione disastrata della viabilita’ nell’Isola e dell’arretratezza dei collegamenti ferroviari tra l’est e l’ovest della regione”. E’ la drammaticita’ della situazione, sostiene in una nota la Cisl, che impone “l’intervento coordinato Stato-Regione e anche la nomina di un commissario straordinario quale garanzia di massima celerita’ degli interventi. Il neo ministro Del Rio non perda tempo”, esorta la Cisl.
Ma al di la’ dell’emergenza e dell’eccezionalita’ della situazione, e’ necessario, sostiene Milazzo, un “intervento a tutto tondo nella gestione del territorio regionale”. I disastri, infatti, vanno prevenuti con opere di messa in sicurezza e “i lavoratori forestali hanno competenza e capacita’ che non possono essere ignorate”. Tra l’altro, “l’impiego attivo dei forestali nella prevenzione del dissesto idrogeologico costerebbe alle casse pubbliche meno di quanto costa poi far fronte ai disastri che il dissesto genera”. La Cisl denuncia, inoltre, “l’inammissibile esclusione dell’autostrada Catania-Ragusa dal piano nazionale delle infrastrutture strategiche e sollecita il governo regionale a intervenire su quello nazionale affinche’ l’opera sia realizzata e il territorio del sud-est della Sicilia non subisca questa penalizzazione”. E fa sapere che assieme alla federazione cislina degli edili (Filca), all’inizio della settimana chiedera’ al governatore Crocetta e all’assessore regionale delle Infrastrutture Giovanni Pizzo, un “incontro urgente sulla vicenda del viadotto, per fare chiarezza sui tempi e le modalita’ degli interventi”.
Il governo: “Anas e Regione dovevano intervenire prima”
“La verita’ va detta tutta: quel versante franato che ha distrutto il viadotto dell’autostrada Palermo-Catania poteva essere messo in sicurezza, e Anas e Regione potevano e dovevano intervenire gia’ dieci anni fa e nessuno lo ha fatto. Nemmeno a noi e’ mai arrivata la segnalazione del rischio“. A dirlo e’ Erasmo D’Angelis, Coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi, #italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, sulla vicenda del cedimento del pilone della autostrada siciliana A19 a causa di una frana. “Ma quella frana – prosegue D’Angelis – non e’ un indizio, e’ la prova non solo della mancanza di monitoraggi, cure e manutenzioni ordinarie del nostro territorio piu’ fragile nelle Regioni piu’ a rischio, ma anche di sciatteria, disorganizzazione, disattenzioni, abusi, scarsissimo interesse anche nel dibattito pubblico al gravissimo problema del dissesto idrogeologico”. “C’e’ solo da vergognarsi – sostiene D’Angelis – per il mancato utilizzo di fondi per mettere in sicurezza frane e citta’. Altro che tesoretto, noi siamo arrivati a scovare il doppio anzi il triplo della cifra scoprendo e recuperando risorse inviate dallo Stato e non spese, soprattutto al Sud, per contrastare il dissesto e costruire depuratori: sono oltre 5 miliardi negli ultimi 15 anni, che facciamo spendere solo oggi. Questa e’ l’Italia da cancellare”.
Le foto da Repubblica.it, Protezione Civile Regione Sicilia e social network: