Intelligenza Artificiale di Aldiss, è il “canovaccio” da cui Stanley Kubrick trasse il suo ultimo film omonimo
Recensione di Roberto Guerra – Su… BRIAN W. ALDISS, SUPERTOYS CHE DURANO TUTTA L’ESTATE (Urania, Mondadori, 2015). Ristampato e aggiornato con un paio di racconti sequel, Intelligenza Artificiale di Aldiss, è il “canovaccio” da cui Stanley Kubrick trasse il suo ultimo film omonimo: incompiuto, come noto concluso da Steven Spielberg. Aldiss, celebre scrittore ovviamente science fiction, appartiene alla grande prima generazione (nato nel 1925), col senno di poi forse la più visionaria e di particolare psicologia e non solo futurologia d’anticipazione, come Asimov e Clarke e lo stesso P.K. Dick (e altri). I racconti focus hanno per protagonista, in una serie di danza delle stagioni (non solo l’estate), il bambino del futuro Dave, in realtà un giocattolo elettronico, un robot, che via via scopre la sua vera natura; nel Mondo Nuovo supertecnologico immaginato da Aldiss, un semplice surrogato in vendita destinato poi a essere terminato, con magari l’arrivo di qualche bambino reale..
Aldiss integra la nuova edizione, anche con una premessa significativa sulla genesi dell’incontro con Kubrick per la preparazione del film poi del 2001. Un racconto di science fiction diventata Realtà bonus praticamente nel libro stesso. E appunto, in futuri remoti, probabilmente, alla luce dell’evoluzione postumana prossimo ventura e ormai imminente dell‘AI e della Robotica ecc., verso il futuro homme robot, homo sapiens e cyborg e robot senzienti , non sarà facile distinguere a volte tra racconti di fantascienza e racconti storici, almeno per i grandi come Aldiss. E naturalmente Kubrick e Spielberg, con il cinema. E’ letteralmente Grande Letteratura scientifica del nostro tempo. Narrazione del futuro, decenni prima, divenire di particolare multitasking psicosociale, dai vagiti delle specie artificiali in arrivo al salto quantico rivoluzionario: dall’Intelligenza Artificiale alla – per cosi dire- Sensibilità o Affettività o Immaginazione Artificiale, quel quid che confermerà sul serio il famoso test di Turing. Un nuovo anno zero, già espresso appunto dal protagonista bambino Dave nella cifra parola di Aldiss e stupendamente reinventato da Kubrick e Spielberg nel film successivo. Nel film il medium visual esalta ulteriormente tale dinamica darwiniana, con le sequenze sublimi del Bambino quasi Pinocchio vivente 2.0 e della Fata Cibernetica Turchina.
Sullo sfondo dell’opera d’arte, come nel film New York, anche nei racconti, tutte le problematiche ovviamente collegate all’evoluzione tecnologia e delle computer science, in un gioco di perfetta ambivalenza, oltre l’utopico e il distopico, non rimossi, ma tecnosintetizzati come scenari, singolarità parallele, opere aperte per l’evoluzione autodiretta creativa degli umani o scenari involutivi più. semplici indizi, alla Terminator. Dave cartaceo di Aldiss e quello Visual di Kubrick/Spielberg sono similari allo stesso David astronauta di 2001 Odissea nello Spazio, se non già mix con Hal 9000, il supercalcolatore storico, nella scena epocale del girotondo..d’infanzia . autocrash. Opzioni in fondo umane, quale Tecnologia, quale Scienza, quale Computer World, resta sempre in primo piano la seduzione razionale stessa , il fare Poesia con la Scienza o la sua Estetica: quale ora link di speranza possibile e futuribile, nonostante tutte le incognite: non solo i Robot, macchine della rivoluzione per liberare gli umani dal ricatto della sopravvivenza e automatizzare, prima o poi dalla nascita, la vita come opera d’arte possibile, anche quell’Altro famoso, altrettanto Intelligente e di Cuore finora assente nell’interfaccia della fragile e meravigliosa e ambivalente (tra le scimmie e gli angeli), avventura umana stessa. Da cui secoli di filosofia e ricerca scientifica, in perfetta solitudine filogenetica, di esperimenti sociali sempre incompiuti. Il bambino Dave icona, non caso, evoca lo stesso R. Sawyer della recente Trilogia Webmind, la già bambina transumanista protagonista, non vedente, la prima a scoprire on line la stessa Singolarità della Rete diventata Cosciente (Webmind). Finalmente, forse, se scenari realistici le ipotesi estreme della computer science, il nascente Homme Robot, sarà la verifica epocale del presupposto Umanesimo, l’homo sapiens parlerà sul serio con l’Altro, la Civiltà sarà potenzialmente più prossima alle utopie. E scrittori o Cineasti di science fiction come Aldiss, Kubrick e Spielberg i suoi Omero, quelli che – nell’Immaginario- simularono non solo le sinapsi, ma l’Anima e l’Amore dei Robot. Quando tutti i bambini hanno sempre sognato Giocattoli vivi come Friends per sperimentare la Vita e il Futuro.
INFO
http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/19697/i-giocattoli-molto-speciali-di-urania/