“Molte delle vittime sono bambini. Siamo sommersi dalle vittime”
Sfiora i duemila morti il bilancio, ancora provvisorio e destinato a salire, delle vittime del terremoto che ieri ha colpito il Nepal, il sisma più grave per il paese dopo quello del 1934. Un’altra scossa prolungata (almeno due minuti) di intensità pari a 6,7 gradi della scala Richter è stata registrata nel pomeriggio (ora locale) con epicentro a una sessantina di chilometri a est della capitale. Il bilancio più recente diffuso dal capo della polizia nepalese denuncia la morte di 2.152 persone e oltre cinquemila feriti. Interi villaggi distrutti sono isolati. Il premier Sushil Koirala ha lanciato un drammatico appello alla comunità internazionale per “aiuto e sostegno”. “Riusciremo a superare questo momento, qualunque sarà il costo per farlo”, ha affermato, chiedendo ai connazionali in questo momento “di fare il possibile” per salvare vite umane.
Almeno 18 scalatori sul monte Everest sono stati uccisi dalle valanghe provocate dalla scossa di magnitudo 7,9 registrata ieri. I loro corpi sono stati scoperti da un gruppo di soccorso indiano a Base Camp, dove sono state tratte in soccorso 61 persone, 21 delle quali sono state portate via da un elicottero. “Ma ci sono anche Camp One e Two. Il bilancio delle vittime potrebbe salire, avremo le idee più chiare più tardi, oggi”, ha dichiarato un portavoce militare indiano. Ancora da controllare anche la sezione superiore di Base Camp, ha precisato il funzionario della polizia nepalese Bhanunhakta. Si teme che nel picco della stagione, siano un migliaio gli scalatori nella regione. “Ho perso quattro persone del mio gruppo, due nepalesi, un cinese e un australiano. ma la situazione è talmente brutta che le brutte notizie hanno solo iniziato ad arrivare”, ha spiegato Temba Tsheri, sherpa della Dreamers destination treks and Expeditions, in una intervista all’agenzia di stampa cinese Xinhua. “Molte delle vittime sono bambini. Siamo sommersi dalle vittime”, ha affermato Pratap Narayan, del Teaching Hospital, che riunisce 12 ospedali nella capitale e nella valle di Katmandu. La regione è senza energia elettrica. Danneggiate le centrali idroelettriche. L’unico aeroporto internazionale del Paese, quello di Kathmandu, è stato chiuso. Il centro della capitale e la valle di Katmandu con i suoi sette siti inseriti nella lista dell’Unesco, sono stati distrutti: la televisione nepalese parla del 90 per cento di stupa buddhisti, templi hindu e località storiche rase al suolo.