“Servono più geologi nelle pubbliche amministrazioni”

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Meno del 50% dei Comuni li ha nel proprio organico. L’Ordine dell’Emilia-Romagna lancia una proposta. Il presidente Cesari plaude alla Regione: “I 100 milioni in difesa del suolo sono una notizia molto positiva”

In Emilia-Romagna, territorio con 79mila frane censite, un Comune su due non dispone di professionalità geologiche nel proprio organico. Una carenza che rende difficile affrontare le emergenze in atto e prevenire quelle future: ancora troppi Enti Locali, dalla provincia di Piacenza a quella di Rimini, sono privi delle competenze di un geologo, necessarie per fronteggiare problematiche come dissesto idrogeologico, erosione della costa, mareggiate e prevenzione sismica. Per questo l’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna si fa promotore di un’iniziativa per sensibilizzare gli amministratori pubblici sull’argomento, dicendosi pronto a presentare una propria proposta.

La nostra Regione vanta Servizi Tecnici di eccellenza, a partire dal Servizio Geologico – dichiara Gabriele Cesari, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna -; tuttavia le competenze dei geologi nella pubblica amministrazione non sono ancora radicate sul territorio”. Cesari rivela infatti che “da un primo veloce censimento, ci stiamo rendendo conto che sono meno della metà i Comuni o Unioni dei Comuni che hanno in organico le competenze geologiche per valutare il rischio frane o alluvioni del proprio territorio. In pochissimi casi i sindaci, a seguito di una frana, chiamano un geologo per capire come intervenire, e ciò è al limite del paradossale”.

Il tema è stato sollevato oggi nel corso dell’assemblea dell’Ordine regionale dal titolo “Geologo: professione del futuro?” svoltasi nel pomeriggio a Bologna al Dipartimento universitario di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali. “Ci siamo riuniti per confrontarci e capire la strada da intraprendere per garantire un futuro alla nostra professione – aggiunge Francesca Rispoli, tesoriere dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna – perché finalmente in questi anni, dopo tante emergenze, le pubbliche amministrazioni si sono rese conto della necessità di fronteggiare i rischi naturali con le dovute competenze. Dopo il crollo del viadotto in Sicilia, Erasmo D’Angelis, capo dell’Unità di Missione #Italiasicura, ha richiamato le tragiche conseguenze di decenni in cui l’ingegneria ha pensato di poter fare a meno della geologia”. All’assemblea odierna, aggiunge Gabriele Cesari, “sono intervenute anche le presidenti degli Ordini della Valle D’Aosta, Stefania Notarpietro, e della Toscana, Maria Teresa Fagioli, che hanno fatto affrontato tematiche chiave come le pari opportunità e i rapporti con le Università”.

Inoltre, nel corso del seminario il presidente dell’Ordine dei Geologi della Sardegna, Davide Boneddu, ha relazionato sull’esperienza fatta nella sua Regione, con uno stanziamento di 900.000 euro in 18 mesi per garantire a ciascun Comune o Unione di Comuni la collaborazione di un geologo incaricato della valutazione dei progetti di difesa del suolo. “Anche il Consiglio dell’Ordine dell’Emilia-Romagna – precisa Gabriele Cesariin questo periodo sta studiando una proposta simile da sottoporre a Regione ed Enti Locali; pensiamo si tratti di un beneficio per l’intera società”.

“Proprio questa mattina – continua il presidente dell’Ordine dell’Emilia-Romagna – il governatore Stefano Bonaccini e l’assessore Paola Gazzolo hanno annunciato di aver stanziato oltre 100 milioni di euro nei primi 100 giorni di governo della Giunta regionale per interventi in difesa del suolo, confermando l’attenzione al tema del dissesto idrogeologico. Questa è una notizia molto positiva. I geologi si faranno trovare pronti a fianco degli Enti anche per dare attuazione alle linee guida sugli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico che sta producendo l’Unità di Missione #Italiasicura, coordinata proprio dal presidente nazionale dei Geologi Gianvito Graziano”.

“In definitiva – conclude il presidente Cesari – la giornata di oggi è servita per fare il punto della situazione in un periodo economicamente così difficile, in cui i redditi dei professionisti e soprattutto delle professioniste, sono di anno in anno ridotti, ma ci ha anche confermato che i nostri iscritti sono giovani, entusiasti e molto preparati. La nostra categoria, a partire dal Consiglio dell’Ordine, è pronta a fare la propria parte, con spirito di servizio e collaborazione nei confronti delle istituzioni, per progettare il Paese di domani”.

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