Poste le basi per realizzare un progetto di ricerca dedicato al recupero e alla valorizzazione delle statue del tempio buddista Longxing di Qingzhou
Il docente dell’Università di Bologna Salvatore Lorusso è stato nominato professore emerito dell’Istituto di Beni Culturali dell’Università di Zhejiang. La nomina arriva da parte del direttore dell’istituzione cinese Cao Jinyan, dopo una visita del professore Lorusso al Museo di Qingzhou e all’Università di Zhejiang durante la quale sono state poste le basi per realizzare un progetto di ricerca dedicato al recupero e alla valorizzazione delle statue del tempio buddista Longxing di Qingzhou. Il ritrovamento delle statue buddiste di Qingzhou, avvenuto nel 1996, è stato una delle maggiori scoperte archeologiche del XX secolo, sia per la sua importanza dal punto di vista scientifico-culturale che per la sua rilevanza dal punto di vista socio-economico: la Cina è ormai un paese pilastro dell’economia mondiale e la sua tradizione di civiltà millenaria raccoglie un interesse sempre maggiore a livello internazionale. Il progetto di ricerca – nato dalla collaborazione fra il Cultural Heritage Institute della Zhejiang University e il Laboratorio Diagnostico per i Beni Culturali del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna (Campus di Ravenna) – prevede l’elaborazione di modelli tridimensionali realizzati con scanner 3D e software di modellazione che permetteranno di studiare la geometria delle sculture ed esaminare le tracce di lavorazione lasciate da scalpelli o da altri utensili direttamente sulla rappresentazione virtuale dell’opera d’arte. Inoltre è prevista la messa a punto di un sistema per il ricollocamento virtuale dei frammenti (anastilosi virtuale) e la ricostruzione delle parti mancanti delle statue, con l’obiettivo di elaborare ipotesi di ricostruzione delle sculture nella loro forma originaria: un vero e proprio restauro virtuale. Tra le tante statue e i numerosi frammenti rinvenuti, oggi collocati nel Museo di Qingzhou, il progetto si concentrerà su alcune statue di materiale calcareo scolpite tra il 520 e il 1100 d.C., in diversi stati di conservazione e in alcuni casi con problematiche derivanti da precedenti interventi di restauro. Questo progetto nasce a seguito dell’accordo di collaborazione siglato a Bologna lo scorso dicembre tra l’Alma Mater e la Zhejiang University per attivare un laboratorio congiunto di ricerca sulla diagnosi e la conservazione del patrimonio culturale.