Il lago di Carezza, situato nel Comune di Nova Levante, viene chiamato anche “lago arcobaleno” per le sue variopinte acque ed ha alimentato, sin dai tempi antichi, innumerevoli leggende
A 25 km da Bolzano, percorrendo la SS241, “strada delle Dolomiti” o “strada della Val d’Ega”, nel Comune di Nova Levante, al Passo Carezza si incontra l’incantevole Lago di Carezza, un angolo di paradiso a 1520 m. s.l.m. Tanti sono gli scrittori ed i pittori che hanno scelto questo meraviglioso lago di montagna come ispirazione per i loro racconti e dipinti. Il Lago di Carezza, vicino a Bolzano, con la suggestiva cornice costituita da La Roda di Vaèl, il Catinaccio e il Matemar, è una meta turistica molto apprezzata per l’incanto della natura circostante.
Con una superficie che misura circa 300 metri in lunghrzza e 130 in larghezza ed un punto più profondo di 22 metri, il lago, con l’acqua smeraldo e l’atmosfera romantica, grazie ai colori riflessi nella luce del sole, viene chiamato “lago dell’arcobaleno”. Qui, in effetti, troviamo tutti i colori dell’iride. Tante sono le leggende che lo hanno interessato. Una tra le più note parla della bellissima ninfa Ondina, spesso seduta sulla riva a cantare bellissime canzoni. Un giorno uno stregone che abitava sulle cime del Latemar, passando lungo il lago, la vide e fu talmente colpito dalla sua splendida voce e dalla sua bellezza, che decise di rapirla. Si trasformò in lontra per catturarla più facilmente ma gli uccelli avvertirono Ondina del pericolo imminente e lei si tuffò nel lago. Allora lo stregone, sotto consiglio della strega del Masarè, creò l’arcobaleno più bello del mondo, facendolo arrivare nel lago di Carezza e venne incitato a trasformarsi in un mercante barbuto per non farsi riconoscere. Non appena Ondina vide quei meravigliosi colori, si avvicinò all’arcobaleno.
Lo stregone, sicuro di averla ormai in pugno, iniziò a correre giù dalla montagna, dimenticando di trasformarsi in mercante e venendo riconosciuto dalla ninfa che, con un salto, si inabissò nel lago. Lo Stregone fu subito entusiasta del piano e quello stesso giorno costruì l’arcobaleno più bello che Lo Stregone fu tanto preso da una tale furia che sradicò gli alberi, scagliò pietre e macigni nel lago e alla fine prese l’arcobaleno lo straccio in mille pezzi e lo gettò nell’acqua. Poi tornò sulla sua montagna e non si fece mai più vedere. Intanto però i colori dell’arcobaleno si erano sciolti sulla superficie dell’acqua e lì sono rimasti fino ad oggi. Il lago di Carezza viene alimentato da sorgenti sotterranee che portano l’acqua dalle cime del Latemar.
Il livello d’acqua, quindi, varia di continuo ed anche secondo la stagione. Normalmente in tarda primavera il lago raggiunge il livello più alto, grazie al scioglimento della neve mentre in ottobre presenta il livello d’acqua più basso. Il lago dell’arcobaleno viene citato in tantissime leggende: ad esempio, si dice che qui viva ancora oggi una sirenetta, mentre poco lontano, sul Catinaccio, abitava Laurino, il re degli gnomi. Ombreggiato dal bosco circostante, il lago di Carezza regala emozioni da qualunque prospettiva lo si osservi. Lo specchio lacustre è sottoposto a tutela paesaggistica e non è pertanto balneabile, ma anche senza immergersi nelle sue acque il visitatore avrà un ricordo indelebile di questa scintillante meraviglia della natura. Per una giornata rilassata e tranquilla, una passeggiata attorno al lago è un’escursione adatta. Inoltre, a pochi km, vi aspetta il famoso campo da golf “Golfclub Carezza”, un campo a 9 buche con un panorama mozzafiato.