L’Oms ha creato la rete di città amiche degli anziani: realtà urbane che non rimangono indifferenti davanti all’invecchiamento della popolazione, affinchè gli over 60 vivano una vecchiaia in salute ed in attività
Informazioni, servizi di salute, case, trasporti, inclusione sociale, partecipazione, spazi all’aperto e lavoro: sono gli otto pilastri su cui intervenire per una citta’ che voglia definirsi ‘amica degli anziani’ (age-friendly), secondo l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), che ha creato una rete delle citta’ ‘amiche degli anziani’, e un database dove si possano trovare le iniziative finora intraprese delle varie comunita’ in una ventina di paesi del mondo, dagli Usa all’Irlanda.
Il database, si legge sul sito dell’organizzazione Onu, e’ solo uno degli elementi di un progetto piu’ vasto dell’Oms per aiutare le citta’ a sviluppare un ambiente per un invecchiamento in salute e attivo, venendo incontro ai bisogni di una popolazione che invecchia sempre di piu’ in tutto il mondo. Anche piccole misure possono fare una grande differenza nella vita di tutti i giorni. Secondo l’Oms una citta’, per essere ‘age-friendly’, deve riconoscere le capacita’ e le risorse degli anziani, anticipare e rispondere in modo flessibile alle loro necessita’, rispettarne le decisioni e stili di vita, proteggere i piu’ vulnerabili, promuovere progetti nelle comunita’ di inclusione sociale. Da qui l’individuazione degli otto pilastri: il rispetto ad esempio, spiega l’Oms, si riflette nell’accessibilita’ agli edifici pubblici e spazi di partecipazione, volontariato, divertimento e lavoro, mentre la mancanza di trasporti pubblici affidabili isola chi non guida. E’ importante, conclude l’Oms, che le persone anziane abbiano una buona ragione per uscire e partecipare.