Caporetto, ancora oggi, è sinonimo di clamorosa sconfitta. Fu la più grande disfatta italiana durante la Prima Guerra Mondiale e avvenne esattamente 98 anni fa
E’ stato il più clamoroso disastro dell’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale, e accadde proprio all’alba del 24 ottobre 1917, quando l’esercito austro-tedesco sfondò il fronte tra Plezzo e Tolmino, all’altezza della località di Caporetto. Iniziò così per l’Italia una ritirata che si arresterà solo dietro il Piave, da dove, esattamente un anno dopo, partirà la controffensiva culminata nel successo di Vittorio Veneto. La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell’Isonzo, vide fronteggiarsi il Regio Esercito italiano e le forze austro-ungariche e tedesche. Lo scontro, che iniziò in piena notte, è rimasto ancora oggi la più grave sconfitta nella storia subita dall’esercito italiano, tanto che ancora oggi il termine Caporetto viene utilizzato come sinonimo di sconfitta disastrosa.
Il primo conflitto mondiale era proprio nel clou della sua evoluzione e con la crisi della Russia dovuta alla rivoluzione, Austria-Ungheria e Germania ebbero un periodo di tregua sul fronte orientale e la possibilità di concentrare le proprie truppe su quelli occidentali, italiano in particolare. I battaglioni austro-ungarici, dunque, con l’apporto di reparti d’élite tedeschi, riuscirono a sfondare le linee tenute dalle truppe italiane che, impreparate a una guerra difensiva e duramente provate dalle precedenti undici battaglie dell’Isonzo, non riuscirono a resistere e dovettero ritirarsi fino al fiume Piave.
Si trattò di un’umiliazione che portò alla sostituzione del generale Luigi Cadorna, colpevole tra l’altro di aver cercato di nascondere i suoi gravi errori tattici imputando le responsabilità alla presunta viltà di alcuni reparti, con Armando Diaz. Quest’ultimo riuscì a riorganizzare celermente le unità italiane e a fermare le truppe austro-ungariche e tedesche durante la prima battaglia del Piave. Diaz riuscì nel compito in cui Cadorna aveva fallito: difendere a oltranza la nuova linea difensiva.