Ricca di arte e storia, Villa Medici, oggi sede dell’Accademia di Francia, è ricca di capolavori dell’arte romana e di uno splendido giardino con piante rare, fontane, antichi giochi d’acqua e una collinetta artificiale da cui ammirare lo splendido panorama cittadino
Lungo il viale che dalla Piazza di Trinità dei Monti porta al Pincio si apre l’ingresso di una delle più belle Ville Rinascimentali di Roma: Villa Medici che sorge nel luogo dove un tempo, alla fine del periodo repubblicano, il generale romano Lucio Lucinio Lucullo fece realizzare i suoi giardini, i celebri Horti luculliani, facendo costruire, tra il 66 ed il 63, una grande villa di cui Messalina si innamorò, facendo condannare ed uccidere il nuovo proprietario per averla ma la fanciulla, appena ventenne, fu uccisa negli Horti per ordine di Claudio. La villa continuò ad essere proprietà imperiale fino all’epoca di Traiano, che preferì gli Horti sallustiani, situati sulla parte orientale del Pincio. Nel III secolo d.C. la tenuta fu occupata dalla famiglia patrizia degli Acili, poi dai Pinci, da cui deriva l’attuale nome della zona. Sembra che vi abbia soggiornato l’imperatore Onorio quando venne a Roma per festeggiare il suo trionfo sui Visigoti, così come il generale Belisario.
La villa, attualmente una delle più prestigiose di Roma, con un panorama unico nel suo genere, cadde in stato di abbandono dopo il VI secolo. Fu nel 1576 che, dopo lavori di trasformazione della vecchia residenza caduta nell’oblio in una grandiosa villa, fu acquistata dal cardinale Ferdinando de’ Medici che affidò il suo completamento e l’allestimento del giardino circostante all’architetto e scultore Bartolomeo Ammannati. Seguendo la moda del suo tempo, Ferdinando concepì la villa come una sorta di grande museo. Nonostante la facciata esterna risultava austera e severa, quella interna racchiudeva un autentico tesoro, con gran parte della superficie delle mura decorata con bassorilievi antichi e statue. Nella villa il cardinale iniziò a collezionare capolavori dell’arte romana, che acquistava dagli scavi per le fabbriche in Campo Marzio. In questo luogo ricco di storia e arte, si trovano ancora i resti di un tempio romano dedicato alla Fortuna ed un gruppo di statue rappresentati i Niobidi, con un cavallo messaggero di morte. Quando Ferdinando de’ Medici dovette tornare a Firenze per diventare Granduca di Toscana, portò con sé molte delle opere d’arte che vi erano custodite. La villa passò al nipote Alessandro de’ Medici, anche lui cardinale, che diventerà Papa Leone XI. Dal 1804 Villa Medici divenne prestigiosa sede dell’Accademia di Francia, dove giovani artisti borsisti francesi alloggiavano per studiare approfonditamente la città e le sue opere al fine di completare la loro formazione, rientrando in Francia con un bagaglio culturale più ricco e variegato. A completare la magnificenza del luogo, lo splendido giardino con piante rare, fontane, viti e moltissimi alberi da frutto, antichi giochi d’acqua e perfino una collinetta artificiale dalla quale ammirare il panorama della città. In posizione più appartata si trova lo studiolo di Ferdinando, decorato tra il 1576 e il 1577 da Jacopo Zucchi con allegorie delle stagioni e favole antiche.