Cerniopoli: uccise 11 cernie nel paradiso dei sub di Capraia

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Era stato chiesto il divieto di pesca, ma arriverà troppo tardi: 11 cernie sono già state uccise, tra cui anche Tina e Gaspare, attrazioni principali del sito

Sono state uccise ben undici cernie brune del sito ‘Cerniopoli’, considerato un vero e proprio paradiso dei sub a Capraia, nel livornese, e ora delle due grandi famiglie di pesci che popolavano quell’area rimangono solo quattro esemplari. A darne notizia, spiegano dal Parco dell’Arcipelago toscano, è stato Fabio Mazzeri, assessore di Capraia e istruttore subacqueo, a cui si deve anche il nome ‘Cerniopoli’. A breve l’area in questione avrebbe “finalmente trovato l’ufficialità con la nuova zonazione” che prevede il divieto di pesca. “Abbiamo fatto di tutto per accelerare i tempi – commenta Giampiero Sammuri, presidente del Parco – ma non siamo arrivati in tempo. Questo è un danno enorme alla biodiversità e all’immagine dell’isola che stiamo cercando di valorizzare con il turismo sostenibile”.

Cernie-Capraia-320x234“Per 13 anni sono riuscito con grande fatica – spiega ancora Mazzei – prima a tenerla segreta e poi, diventato il sito più richiesto dal turismo subacqueo, a tutelarlo con le mie forze. Nove anni fa Donatella Bianchi ci volle fare la prima delle 5 puntate di Linea Blu, seguita da Pianeta Mare di Tessa Gelisio. La pubblicità è stata un’arma a doppio taglio, creando invidie e stuzzicando bracconieri ed ignoranti. Poi grazie a Sammuri finalmente è iniziato il faticoso percorso di tutela. Ma purtroppo due mesi fa, saputo della imminente ufficialità del Parco a mare e della conseguente chiusura di Cerniopoli, si sono impegnati a distruggerla”. Tra le cernie uccise, anche Tina e Gaspare, attrazioni principali del sito: “E’ rimasto per ora Ugo e altre tre cernie ovviamente con caratteri completamente diversi”. La nuova zonazione, in corso di istituzione grazie alla collaborazione tra Parco e Comune di Capraia, prevede appunto che nell’area venga vietata la pesca. Attualmente, si spiega, l’iter di approvazione è nelle mani della Regione Toscana.

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