Folle, geniale e sregolato: queste sono solo alcune delle caratteristiche del grande Ludwig van Beethoven, di cui oggi si festeggia l’anniversario di nascita
Gli amanti di musica classica non possono di certo non adorare e apprezzare uno tra gli artisti più importanti in materia, si tratta di: Ludwig van Beethoven a cui oggi Google dedica un proprio doodle. Perchè? Pare che, oggi sia l’anniversario di nascita, anche se al riguardo non vi è certezza assoluta. Infatti, secondo alcuni l’artista potrebbe essere nato il 16 dicembre a Bonn ed essere stato battezzato il 17. Fu educato dal padre in maniera molto rigida condizionando così la sua personalità. Il grande Lodovico Van, così chiamato da Alexander De Large in “Arancia meccanica“, non è famoso per il suo animo gentile. Anzi, la sua misantropia era ciò che lo rendeva noto. Tetro, sospettoso e suscettibile non era apprezzato per le sue buone maniere (usava sputare ovunque) o per la collera, in cui spesso eccedeva. Per questo motivo, era scapolo e viveva in un disordine incredibile soprattutto perchè sprovvisto di servitori che non potevano sopportarlo. La sua personalità si manifestava anche nel suo aspetto fisico. Carnagione olivastra, che gli valse il nomignolo di Der Spagnolo, basso e tarchiato. Impossibile non notare, anche nei ritratti, la sua folta chioma. Aveva un naso piccolo ed era molto goffo. Tutto questo era però compensato dal suo talento e dalla sua genialità, nonostante la sua sordità. Infatti, già a 30 anni aveva difficoltà a capire coloro che parlavano a bassa voce e molto spesso per udire gli attori in teatro doveva appostarsi accanto all’orchestra. La sua condizione fisica lo deprimeva talmente tanto da tentare il suicidio nel 1802.
Nel 1819 era completamente sordo, ma nel 1824 scrisse la sua opera più importante: la nona sinfonia con l’Inno alla gioia. Questa però non era solo l’unico difetto fisico di Beethoven. Pare infatti che, abbia sofferto di tantissime malattie. Dall’asma al colon irritabile fino alla cirrosi epatica. Addirittura, secondo molti esperti pare che molte sue opere siano state influenzate dalla sua aritmia cardiaca. Molti ricercatori, tra cui Deborah Hayden, attribuiscono la sua genialità e follia alla sifilide, che avrebbe potuto amplificare la personalità già particolare dell’artista. Nonostante, sia conosciuto per questi aspetti è da precisare che anche Beethoven come tantissimi altri artisti, seguiva un programma rigido che scandiva ogni momento della sua giornata. Nessuno di noi penserebbe al grande artista come un “romanticone” o un uomo passionale. Eppure dopo la sua morte, l’amico Anton Schindler scoprì in un cassetto una lettera, una sorta di testamento, in cui confermava la sua depressione per la sua sordità ma il suo amore per una donna. Secondo l’amico, si tratterebbe dell’allieva Giulietta Guicciardi a cui l’artista dedicò l’opera Al chiaro di Luna. La lettera però potrebbe essere stata scritta nel 1812, quando la donna era già sposata da nove anni con il conte Robert von Gallenberg. Si era innamorato, ma il linguaggio romantico non gli apparteneva. Molti studiosi, infatti, collocano il compositore tra l’età classica e l’età romantica, ma sembra essere una “comodità”. L’arista, infatti, sembra avere forgiato un linguaggio proprio e non legato all’epoca in cui viveva. Anzi a differenza dei suoi colleghi era un rivoluzionario, si definiva un’artista e lottò per la difesa dei suoi diritti come tale. Addirittura si reputava, in quanto artista, superiore a re e nobili. Infine, molti hanno sempre creduto che l’artista, morto a 56 anni, fosse deceduto a causa di un’intossicazione da piombo. In realtà, una recente ricerca della Mount Sinai School of medicine di New York ha affermato che, la concentrazione di piombo rilevata nelle ossa fosse troppo bassa per causare avvelenamento.