Piu` di otto italiani su dieci (82%) consumeranno a casa propria o con parenti o amici
Si spende in media 102 euro a famiglia per imbandire le tavole del Natale che piu` di otto italiani su dieci (82 per cento) consumeranno a casa propria o con parenti o amici. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe` che ha elaborato la mappa regionale dei piatti tipici piu` diffusi. Gli italiani passeranno quest`anno 3,1 ore in media per la preparazione del pasto principale del Natale, con uno storico ritorno al “fai da te” casalingo che non si registrava da oltre cinquanta anni mentre appena il 9 per cento si recherà nei ristoranti me il 3 per cento preferirà gli agriturismi. Un ritorno al passato determinato pero` – sottolinea la Coldiretti – da motivazioni diverse con gli italiani, soprattutto giovani, che si gratificano ai fornelli, e la cucina e il buon cibo che si affermano tra le nuove generazioni come primarie attività di svago, relax e affermazione personale. Lo show cooking casalingo per gli amici si afferma – sostiene la Coldiretti – come appuntamento dei momenti di festa e trascina il boom dell`informazione legata all`enogastronomia.
Una tendenza che porta ad arricchire il Natale con tocchi di personalità o con menu tematici, ma anche a cambiare i contenuti della tavola. Il 61% – riferisce la Coldiretti – sceglierà prodotti Made in Italy e ben il 30% prodotti locali a chilometri zero. Il risultato è un cambiamento anche nei prodotti simbolo del Natale e se il panettone consumato dal 76 per cento degli italiani – sottolinea la Coldiretti – vince la tradizionale sfida con il pandoro, scelto “solo” dal 68 per cento, sulla metà delle tavole (51%) saranno serviti dolci della tradizione fatti in casa. Il ritorno in cucina spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una tendenza elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine.
Insieme a spumante e panettoni, presenti praticamente ovunque, tra i prodotti regionali piu` gettonati – conclude la Coldiretti – ci sono il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania.