Rivestimenti, pellicole e contenitori: un packaging per alimenti bio, rinnovabile ed eco-sostenibile realizzato dagli scarti dei piselli. Angela Montanari, responsabile Dipartimento Imballaggi di Ssica, spiega all’Adnkronos gli obiettivi del progetto europeo di ricerca Leguval: “Valorizzare i sottoprodotti della lavorazione dei legumi per l’estrazione di proteine e fibre, destinate alla realizzazione di nuovi materiali biodegradabili, che possano essere utilizzati nei settori degli imballaggi, dell’agricoltura e automobilistico“.
“Leguval – spiega – è finanziato nell’ambito del settimo programma quadro, per le associazioni delle piccole medie e imprese, il cui titolo è ‘Valorisation of legumes co-products and by-products for package application and energy production from biomass’“. Con l’obiettivo, dunque, di cercare alternative alle tradizionali plastiche da petrolio, puntando sulla sostenibilità dei materiali da imballaggio. Ma non solo. “Al fine di chiudere il circolo, anche la valorizzazione energetica delle biomasse residue dallo stesso processo di estrazione è stata valutata“, sottolinea la ricercatrice. Al progetto, della durata di 3 anni, collaborano sotto il coordinamento di Iris in Spagna realtà che svolgono attività legate all’industria alimentare e del packaging: quattro centri di ricerca (oltre Ssica, Ipcf-Cnr di Pisa, Tecnalia in Spagna, Polieko in Slovenia), tre associazioni industriali (Assocomaplast in Italia, Pcs in Slovenia e Consebro in Spagna), quattro Pmi (Tuba e Thenos in Slovenia, Rdx in Romania e Lagrana in Spagna).
“Il progetto ha avuto inizio a dicembre 2013 e ha attualmente raggiunto il mese 29. Il termine è previsto per novembre 2016 – spiega Montanari – Durante le prime fasi del progetto, il lavoro si è concentrato principalmente sullo studio delle diverse tipologie di scarti di legumi e sulla messa a punta del metodo estrattivo delle proteine e fibre prima in laboratorio e poi su impianto pilota, da parte di Ssica. Una volta ottimizzato il metodo per gli scarti di piselli, selezionati come materiali di partenza, sono state estratte le proteine e le fibre, poi utilizzate dagli altri partners (Tecnalia, Ipcf, Polieko) per lo sviluppo di coating, film e vasetti. Per i prossimi mesi è prevista la fase finale di validazione dei risultati ottenuti, con la realizzazione dei materiali messi a punto anche su scala semi-industriale, presso alcune aziende coinvolte nel progetto (Tuba e Polieko)“.
“Dal momento che l’attività di ricerca prevista per i progetti europei è piuttosto complessa e articolata, il lavoro è solitamente suddiviso in diversi Work Package (Wp), ovvero in diverse parti, ciascuna delle quali è portata avanti da un partner, che ne è leader e responsabile. Tutte le attività devono essere svolte in piena collaborazione con i partner coinvolti nel progetto, sotto la guida e la supervisione del coordinatore“, continua la ricercatrice. Nel caso di Leguval, “Ssica è responsabile del Wp relativo alla messa a punto e ottimizzazione del processo estrattivo di proteine e fibre dagli scarti dei legumi e di quello relativo alla produzione di biogas dalle biomasse residue. Per quanto riguarda gli altri centri di ricerca coinvolti nel progetto, Tecnalia è responsabile dello sviluppo di coating a base proteica tramite tecnica ‘wet’ e Polieko è responsabile dello sviluppo di materiali proteici realizzati con tecnica ‘dry’. Il Wp relativo alla produzione di biocompositi a base di fibre estratte dagli scarti dei legumi è stato portato avanti da Ipcf“.
Quanto alla valorizzazione energetica degli scarti, “sono stati effettuati sempre presso Ssica (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari) studi relativi alla produzione di biogas per digestione anaerobica delle biomasse residue isolate durante una delle fasi del processo di estrazione – illustra la responsabile Dipartimento Imballaggi – Questa parte del lavoro è tuttora in corso“. Quale l’obiettivo finale? “Al termine del progetto – conclude – ci aspettiamo di realizzare anche su scala semi-industriale i diversi materiali sviluppati durante l’attività di ricerca, con l’obiettivo di offrire una valida alternativa, bio, rinnovabile ed eco-sostenibile, alle plastiche derivanti dal petrolio“.