Dove nessuno è mai arrivato: JUNO alla scoperta dei misteri del pianeta più grande e più “cattivo” del Sistema Solare [VIDEO]

MeteoWeb

Sarà un ingresso trionfale quello di JUNO nell’orbita di Giove, salutato sulla Terra con fuochi d’artificio il prossimo 4 luglio perché cade nel giorno che celebra i 240 anni dalla Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti dal Regno di Gran Bretagna, festa delle feste per gli States.

Il JOI, acronimo ‘rilasciato’ proprio dall’Agenzia spaziale statunitense per indicare il Jupiter Orbit Insertion, sarà uno dei momenti più delicati e pericolosi per il veicolo. Per 35 minuti – spiega l’ASI – la sonda alimentata a energia solare accenderà il suo motore principale collocandosi in un’orbita polare, con un periodo di 11 giorni rispetto al pianeta gassoso.

Credit: NASA/JPL-Caltech
Credit: NASA/JPL-Caltech

Di lì JUNO inizierà il programma esplorativo. Sono previste 37 ‘incursioni’, flyby che lo porteranno più vicino a Giove di quanto abbia mai fatto qualsiasi altro veicolo spaziale, scenderà al di sotto della coltre di nubi, sì immergerà nella magnetosfera e nelle sue aurore polari. Ciò per consentire alla sonda di misurare l’abbondanza di acqua nell’atmosfera, di studiare il movimento dei fluidi, mappare i campi gravitazionale e magnetico del pianeta, indagare sulla sua struttura interna.

Durante i passaggi ravvicinati, che dureranno circa un giorno terrestre, la sonda si avvicinerà a Giove all’altezza del polo nord per scendere poi rapidamente attraverso le fasce cariche di radiazioni e spingersi verso il polo sud e infine al di sotto di esso, al di là della portata dei raggi nocivi.

gioveLa fonte di potenziali problemi per la sonda potrebbe trovarsi al di sotto delle nubi gioviane dove uno strato di idrogeno ad altissima pressione agisce come conduttore elettrico. Gli scienziati ritengono che la rotazione veloce di Giove – un giorno sul pianeta dura appena 10 ore – combinata con gli effetti prodotti dall’idrogeno metallico, generi un potente campo magnetico attorno il pianeta con elettroni, protoni e ioni che viaggiano quasi alla velocità della luce.

Il risultato per un veicolo spaziale che entri in questo campo a forma di ciambella fatto di particelle ad alta energia è un incontro con l’ambiente più estremo del sistema solare. E’ stato calcolato che nel corso della vita della missione, JUNO sarà esposto all’equivalente di oltre 100 milioni di radiografie dentali.

GioveLa schermature della sonda e la particolare orbita a ovale schiacciato sono state studiate dal team proprio per ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni e permettere al veicolo di sopravvivere il più a lungo possibile all’inospitale ambiente giovano e quindi raccogliere quante più informazioni durante la missione, la cui durata nominale è di 20 mesi.

Ecco a corredo dell’articolo il video pubblicato dal JPL NASA dove viene mostrato cosa accadrà tra qualche giorno, in una sorta di trailer suggestivo e molto interessante:

Condividi