Dal 11 al 22 giugno, il Tirreno centrale e’ stato teatro di un’importante esercitazione che ha visto coinvolto un gruppo navale italiano sotto la guida del capitano di vascello Placido Torresi (Comdinav Uno). Nel corso dell’attivita’, riferisce il sito web della Marina militare, si e’ inserito un altro evento di rilievo, il primo rifornimento in mare di combustibile verde tra marine alleate, nell’ambito del progetto Flotta Verde. In condizioni meteo marine particolarmente severe per tutta la durata dell’esercitazione, a bordo di otto unita’ navali (Doria, Duilio, San Marco, Etna, Margottini, Bersagliere, Cigala Fulgosi e Stromboli), cinque elicotteri (tre AB212 e due SH90A) e un sommergibile (Prini), circa 1.200 marinai si sono cimentati, giorno e notte, in un impegnativo programma per consolidare le loro capacita’ operative tradizionali. Gli equipaggi si sono addestrati nella difesa da minaccia subacquea, di superficie e aerea, sorveglianza marittima, contrasto a minacce terroristiche, operazioni di volo, impiego delle armi, condotta della navigazione, manovre in formazione ravvicinata, attivita’ marinaresche, rifornimenti laterali, contrasto agli incendi e allagamenti. In una fase di addestramento avanzato dell’esercitazione, tra il 15 e il 17 giugno, il gruppo navale italiano ha anche potuto confrontarsi con gli equipaggi del gruppo da battaglia della portaerei statunitense Eisenhower (Eisenhower Carrier Strike Group) avvalendosi anche degli elicotteri e degli aerei imbarcati sulle navi americane. L’attivita’ congiunta con il Eisenhower Csg, denominato Great Green Fleet, rappresenta un traguardo importante nella collaborazione tra i Italia e Stati Uniti nei rispettivi progetti di Flotta Verde e Great Green Fleet. L’addestramento e’ culminato in una fase finale di esercitazione a partiti contrapposti, nel corso della quale i mezzi aeronavali sono stati inseriti in uno scenario di operazioni simulato che ha abbracciato una vasta area marittima del Tirreno Centrale, dalle coste orientali della Sardegna fino alle battigie partenopee. Nell’arco dell’intera simulazione di cosiddetta “guerra aperta” le unita’ si sino affrontate nelle diverse forme di lotta, dando vita a simulazioni di ingaggi generando eventi addestrativi di difesa passiva e di controllo del danno con l’impiego costante dei team sanitari che hanno effettuato molteplici interventi per far fronte a simulazioni di personale ferito.