In un lontano passato, circa 2,9 miliardi di anni fa, Venere potrebbe aver avuto condizioni favorevoli alla vita. La scoperta è opera di uno studio condotto dal Goddard Institute for Space Studies della NASA basato su complessi modelli utilizzati per prevedere i cambiamenti climatici sulla Terra focalizzato sui parametri orbitali e sulla topografia del pianeta.
Il team di ricercatori – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – ha simulato le condizioni climatiche di Venere 2,9 miliardi di anni fa ipotizzando la presenza di un oceano profondo il 10% del volume della Terra al giorno d’oggi. In questo caso il pianeta avrebbe potuto avere una temperature piuttosto miti, simili a quella della terra intorno agli 11 gradi Celsius.
Questo primo modello è stato utilizzato per ricreare le condizioni di Venere anche in epoca più recente, circa 715 milioni di anni fa. Con i nuovi dati inseriti, a fronte dell’aumento di calore, il pianeta avrebbe visto la propria temperatura aumentata di soli 4 gradi Celsius rispetto al passato. Ciò avrebbe consentito la permanenza di un oceano liquido sulla superficie per miliardi di anni.
Gli scienziati ritengono che le nuvole abbiano avuto un ruolo di primo piano per il mantenimento di un clima stabile e mite data la loro posizione favorevole sul lato diurno del pianeta. Le nubi si sarebbero comportate come una sorta di scudo luminoso capace di riflettere la luce senza mai spostarsi sul lato in ombra, permettendo al calore di disperdersi nello spazio.
“Sappiamo che il concetto di abitabilità non è affatto statico – ha commentato sottolinea David Grinspoon, del Science Planetary Institute, co-autore dello studio – il punto fondamentale è stabilire per quanto tempo un pianeta può mantenere un oceano sulla sua superficie in modo che possa essere un candidato per l’origine e l’evoluzione della vita”
Ma come si sarebbero evolute le condizioni climatiche di Venere se avesse avuto una topografia simile a quella terrestre o una rotazione più veloce?
Con grande probabilità ci sarebbero state differenze considerevoli. Innanzitutto con montagne e oceani simili a quelli della Terra, la temperatura avrebbe subito un rialzo di 12 gradi e se la velocità di rotazione fosse stata pari a 16 giorni terrestri, sarebbe aumentata di circa 45 gradi rispetto al livello calcolato con la velocità di rotazione odierna. Tali caratteristiche, non avrebbero consentito la formazione dello scudo di nuvole privando Venere dell’umidità necessaria a mantenere le condizioni di abitabilità.