I confinanti comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa, situati nel Parco Regionale Naturale di Gallipoli Cognato, sono entrambi incastonati nel monumentale paesaggio delle Dolomiti Lucane, un’aspra cresta montuosa di roccia sedimentaria che forma una scenografia naturale composta da sculture a cui la fantasia popolare ha attribuito caratteristici nomi come “La Grande Madre” e “La Civetta”.
Questi due paesi regalano una delle attrazioni più interessanti d’Italia: il Volo dell’angelo, un cavo d’acciaio che collega i due paesi, permettendo al visitatore di volare tra i due borghi, ammirando la vallata ad una velocità di oltre 120 km/h su uno strapiombo di circa 800 metri…un adrenalinico volo di un minuto in mezzo da percorrere da soli o in coppia.In alternativa, dal 2015 gli amanti della montagna che visitano Pietrapertosa e Castelmezzano potranno percorrere la via ferrata, articolata in due percorsi che si snodano sulle Dolomiti lucane tra canali e camminamenti, con due ponti tibetani.
Castelmezzano, in provincia di Potenza, risale agli albori della colonizzazione greca della valle del Basento, cui seguì la fondazione di un centro urbano chiamato Maudoro (mondo d’oro). Interessato dalle invasioni saracene e longobarde, con i Normanni venne dotato del Castro Medianum (Castello di mezzo). Fu poi la volta del dominio angioino. Dal 1310 Castelmezzano fu acquisita alla Diocesi di Potenza e nel 1324 a quella di Acerenza. Conquistata dagli Aragonesi, governata dai De Leonardis e dai De Lerma, nel XIX secolo fu vittima del brigantaggio e molti suoi abitanti, a fine secolo, si trasferirono oltreoceano.
Il centro abitato di Castelmezzano è raccolto e arroccato in una conca rocciosa, a terrazzamenti. Per percorrerlo bisogna salire e scendere ripide scalinate e stradine, tra le case con i tetti in lastre di pietra arenaria. Da vedere è la chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo, nella piazza principale, che conserva capolavori artistici tra cui i dipinti della Madonna del Carmelo, delle Anime Purganti, della Sacra Famiglia, e le statue di Santa Maria dell’Olmo, della Madonna del Bosco-Regina Pura, della Madonna col Bambino e della Madonna dell’Ascensione. Da visitare la Chiesa del Santo Sepolcro, la Cappella della Madonna dell’Annunziata e quella di San Marco.
Per entrare a Pietrapertosa, disposta ad anfiteatro e protetta da una schiera di creste rocciose, bisogna attraversare un enorme masso proprio all’imbocco del borgo. Anticamente chiamata Pietraperciata (pietra forata), la città venne fondata ad opera dei Pelasgi che costruirono le loro abitazioni nelle zone più basse per poi erigere le fortificazioni nella parte superiore, più protetta dalle rocce. Colpita da una pesante epidemia di malaria, Pietrapertosa perse parte dei suoi abitanti che decisero di emigrare verso l’America.
Cosa visitare? Il quartiere l’Arabata, abitato dagli Arabi per quasi 50 anni, con le piccole case contadine poste sulle rocce, le piccole strade e numerose scalette strutturate sino a formare un labirinto, intervallato da stalle e piccoli orti; l’Orologio Solare o Meridiana di Pietrapertosa, collocata su una facciata di un edificio scolastico in Piazza Plebiscito; il Castello normanno-svevo che, vista la sua posizione strategica sulla valle del Basento, ebbe un’importante funzione militare e d’avvistamento. Prima di partire non dimenticate di fare scorta di prodotti tipici gustosi e genuini: dalla pasta fresca alla cuccìa, un misto di grano, ceci e fave lessati e conditi con poco sale, fino alla salsiccia, particolarmente saporita.