Ambiente, un’Italia sostenibile è possibile: sono già 1200 i Comuni italiani che hanno aderito

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Sono 1251 i comuni italiani che hanno modificato i propri regolamenti edilizi introducendo parametri di sostenibilità nel settore delle costruzioni. Si tratta – spiega Elena Fois per LaPresse – del 15,6% dei comuni italiani e una popolazione coinvolta che sfiora ormai i 24 milioni di abitanti. A primeggiare sono soprattutto le Regioni del centro-nord Italia con Lombardia (503 comuni), Toscana (148), Emilia Romagna (139), Piemonte (104) e Veneto (102) in vetta alla classifica. Ma anche nel Sud Italia crescono le amministrazioni che puntano molto sulle fonti rinnovabili, sull’orientamento degli edifici e sull’isolamento termico.

È quanto emerge dal primo rapporto ‘L’innovazione nell’edilizia italiana’ presentato oggi a Bologna e curato dall’Osservatorio E-LAB di Legambiente e del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che restituisce una fotografia interessante sulla situazione dell’edilizia italiana. Per dipingere un quadro realistico sono stati considerati diversi parametri, tra cui la certificazione energetica e la semplificazione, il risparmio idrico, l’innovazione tecnologica, le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.

L’INCUBO TERREMOTO. Lo studio raccoglie anche le sfide e le proposte per rilanciare il settore edilizio: prima fra tutte la definizione di una regia nazionale che consenta di semplificare e dare certezze agli interventi di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico del patrimonio edilizio. “Il terremoto di Amatrice – spiegano Legambiente e il Consiglio nazionale degli architetti – ha confermato l’esigenza di avere finalmente informazioni credibili sulla sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato, rendendo chiare le responsabilità sui controlli e sanzioni che riguardano le certificazioni energetiche, per arrivare in pochi anni a dotare tutti gli edifici di un libretto unico del fabbricato con le diverse informazioni statiche, energetiche, degli impianti“.

LA SPINTA DELL’EUROPA. Ma cosa ha causato questa accelerazione nel rivedere i piani edilizi comunali? Per gli esperti riuniti a Bologna ad avere un ruolo determinante è sicuramente l’Europa. E’ merito delle direttive Ue, infatti, europee “se in Italia sono in vigore standard minimi di prestazione energetica per le nuove costruzioni e se si dispone di un quadro di obiettivi e strumenti di intervento relativi alla riqualificazione degli edifici esistenti”. Fondamentali, poi, anche le misure varate dal Governo italiano. “Non possiamo che valutare positivamente – spiega Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti – le misure annunciate dal Governo nella Legge di Bilancio che danno stabilità all’ecobonus e potenziano fortemente l’azione di prevenzione antisismica con il sisma bonus Misure che vanno nella direzione del rilancio dell’edilizia fondato sulla qualità, sulla sicurezza, sul risparmio energetico”. Dal primo gennaio 2021, inoltre, sarà possibile costruire nuovi edifici solo se ‘near zero energy’, ossia capaci di garantire prestazioni dell’involucro tali da permettere di fare a meno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure di riuscire a soddisfarli attraverso fonti rinnovabili.

I PROBLEMI NON ANCORA SUPERATI. Di fronte a un futuro il più possibile pulito e sostenibile, però, resistono vecchi problemi, a partire dai ritardi – dicono gli esperti – con cui l’Italia in questi anni ha recepito le direttive. Inoltre, in molte Regioni mancano controlli e sanzioni sulle certificazioni energetiche, malgrado le Direttive europee. E soprattutto, pesa la carenza di una regia nazionale e di una strategia di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico. In Italia è nel settore civile che sono aumentati maggiormente i consumi (+33% dal 1994), superando quelli dei trasporti e dell’industria. Inoltre, oltre metà delle abitazioni ha più di 40 anni e 5,5 milioni di edifici (tra cui scuole, ospedali e edifici pubblici) si trovano in aree di classe 1 e 2 di rischio sismico, “ed è evidente – spiegano Legambiente e architetti – che sono questi gli edifici dove occorre accelerare gli interventi di messa in sicurezza”. “Anche se è arrivato qualche segnale positivo dal Governo con ad esempio il progetto Casa Italia – concludono – resta fondamentale definire al più presto una regia nazionale per rilanciare il settore edilizio puntando sugli interventi di retrofit di interi edifici, attraverso incentivi e semplificazioni, con obiettivi di miglioramento delle prestazioni energetiche e antisismiche”.

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