Sono spesso giovanissimi, alle prese con un respiro affannoso, sibilante, la sensazione di avere i polmoni stretti in una morsa. Sono 300.000 gli italiani che devono affrontare l’asma grave, il 10% dei tre milioni di asmatici italiani: uno su tre ha meno di 14 anni. Per loro è già stato approvato dall’Ema (Agenzia del farmaco europea) ed è in corso di approvazione dall’Agenzia italiana del farmaco, un primo medicinale biologico ‘intelligente’, che blocca l’interleuchina-5, una citochina infiammatoria, e che è utile nelle forme di asma grave in cui la citochina rende conto del protrarsi della malattia. A fare il punto sulle novità all’orizzonte nella terapia dell’asma sono gli esperti al XVII congresso nazionale della Società italiana di pneumologia (Sip), a Milano fino al 7 ottobre. A breve, spiegano, arriveranno in Italia anche farmaci attivi contro altri bersagli molecolari e si potranno perciò combattere in maniera più efficace anche altre e diverse forme di asma grave.
Gli esperti sottolineano l’importanza di riconoscere i bersagli molecolari da colpire con i nuovi farmaci attraverso test specifici a cui sottoporsi in uno dei centri specializzati del network Sani (Severe Asthma Network Italy), promosso da Sip e dalla Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic). “L’asma grave è in continuo aumento – sottolinea Giorgio Walter Canonica, presidente Siaaic – In alcuni casi la patologia si presenta fin da subito con attacchi più violenti e caratteristiche di maggior gravità, ma in un cospicuo numero di pazienti deriva in realtà dalla sottovalutazione e da un inadeguato trattamento dell’asma. Trascurare la terapia di fondo quando ci si sente abbastanza bene, utilizzare troppo e male i trattamenti al bisogno, credere che l’asma sia una patologia che può passare da sola significa lasciare che l’infiammazione dell’albero bronchiale alla base della malattia proceda indisturbata, fino a diventare grave”.
Quando l’asma è grave, i farmaci spesso sembrano non dare sollievo e servono frequenti cicli di cortisonici a integrare la costante terapia inalatoria, con effetti collaterali legati al loro uso protratto come diabete, obesità, ipertensione e osteoporosi. “Oggi, tuttavia, è già disponibile un anticorpo monoclonale specifico contro l’interleuchina-5, una citochina infiammatoria, che dà buoni risultati nei pazienti in cui il meccanismo di malattia è sostenuto proprio da questa specifica molecola – sottolinea Canonica – A breve, inoltre, saranno disponibili anche ulteriori farmaci intelligenti, mirati contro altre molecole coinvolte in alcune forme di asma grave come l’interleuchina-4 o l’interleuchina-13, oltre che nuovi anticorpi contro l’interleuchina-5. Entro pochi mesi, quindi, avremo a disposizione numerosi farmaci specifici”. Prodotti in grado di spegnere gli interruttori molecolari responsabili delle diverse tipologie di asma grave, “ed essendo del tutto simili agli anticorpi umani non determinano nessuna risposta negativa del nostro sistema immunitario. La loro azione selettiva consente efficacia senza significativi effetti collaterali, perché mirano a cause precise della malattia. Che, quindi, devono essere riconosciute in ciascun paziente per poter prescrivere a ognuno il farmaco biologico più adatto al suo caso”.
Ecco perché è essenziale rivolgersi a Centri specializzati come quelli aderenti al progetto Sani: sono 49 in tutto il Paese e consentono la diagnosi, la terapia e il monitoraggio dell’asma. Obiettivo, garantire a tutti gli asmatici gravi la terapia ottimale, in modo omogeneo su tutto il territorio e con il miglior rapporto costo-beneficio: già oggi per curare l’asma si spendono oltre 2 miliardi di euro l’anno che sono drenati per il 50-80% proprio dai pazienti più gravi. “Ciascun malato ha precise cause molecolari alla base della sua patologia: individuarle correttamente attraverso un percorso di diagnosi accurato significa poter prescrivere a ognuno le cure realmente più efficaci – conclude Canonica – anche visti i costi di questi farmaci”