di Daniele Bianchino – “Il turbine violento che in questi giorni ha tanto sorpresa Roma è un fenomeno quanto raro in queste parti… Comparso sotto forma di un nuvolone oscuro, avvolto in un orribile oscurità, accompagnato da un rumore terribile e gagliardo, crollavano per il suo arrivo medesimo le case.. 1749“.
A distanza di parecchi anni tornano familiari le parole di Giuseppe Boscovich nel suo racconto di un tornado che, partito dal litorale di Ostia, investi’ e danneggio’ Roma attraversandola completamente, il 12 Giugno 1749. IL 6 Novembre 2016 un tornado ha colpito l’agro romano, stavolta a Nord Ovest di Roma, dalla costa fino alla base dei dstretti vulcanici di Bracciano e Sacrofano; Formatosi sulle acque di fronte la cittadina di Ladispoli ha attraversato la medesima, e spostandosi in direzione Nord Est ha attraversato e sconvolto le frazioni di Ceri, Cerreto, Ponton dell’Elce, Tragliatella, Osteria Nuova, Cesano di Roma e Morlupo. Tutte queste zone sono state danneggiate dal turbine, che ha provocato la morte di due persone e il ferimento di una trentina, non che milioni di euro di danni. I danni constatati sono di un tornado con intensità massima di F2, ma analisi su alcune abitazioni danneggiate potrebbero alzarne la stima ad F2/F3. IL rumore da esso prodotto è stato descritto terribile, e simili a quello di un areo al decollo o addirittura come un aereo che stesse precipitando.
L’eccezionale percorso di circa 40 km sembrava inizialmente attribuirsi a due tornado distinti. Analisi preliminari della fascia danneggiata, i video, gli orari e le testimonianze dimostrano invece il passaggio di un solo violento vortice, che si è spostato (come si nota dai video), ad altissima velocità (85 km/h circa) e rimanendo sempre a contatto col suolo, con un diametro fino a 150 metri. IL radiosondaggio delle 12z era piuttosto esplicito, con la collocazione dello storm type dentro il riquadro “supercells”, che è piuttosto raro nel nostro paese.
Il ruolo fondamentale è stato esercitato dal taglio verticale del vento (vertical speed windshear) con il contribuito di una massa d’aria marittima insolitamente calda ed umida per il periodo, con livelli di condensazione bassisimi. L’eccezionalità dell’evento sta nell’aver percorso 40 chilometri quasi con la stessa celerità, pur attraversando strette valli e colline. Anche il radiosondaggio mostra un anomala velocità della cella (storm motion 78 km/h) che depone a favore per un fenomeno a lunga percorrenza. Queste caratteristiche lo pongono fra i tornado che in Italia hanno avuto il path piu’ lungo nell’ultimo secolo, dopo il tornado di Venezia (1970) e del Montello (1930).
Ladispoli e Cerreto
Il tornado appare sul mare di fronte Ladispoli esordendo da subito come intenso vortice confuso e di base molto larga, ben diverso da una comune tromba marina. La cittadina, formata per lo più da moderni palazzi di 6 / 9 piani, limita molto i danni del vortice al suolo, fra la rete stradale. Malgrado tutto crollano balconi, ringhiere, esplodono vetrate, vengono abbattuti muri di cinta, segnaletiche stradali, sradicati grandi pini e danneggiate decine di auto. IL lancio di una grossa trave provoca la prima sfortunata vittima, Singh Surinder. Almeno 20 saranno i feriti. Emblematica l’immagine del palazzo di Via Ancona che riporta aperture all’8° e 9° piano. IL vortice continua il suo spostamento sulla zona alta di Ladispoli, danneggia una parte della stazione ferroviaria e la zona di Cerreto. Qui i palazzi lasciano posto a moderne villette a schiera, fortunatamente solide. I danni riportati saranno comunque gli stessi avuti a Ladispoli.
Ceri e Cervaro
Superata l’Aurelia, che viene bloccata dallo sradicamento di alberi, il vortice si inoltra fra le campagne dell’ agro romano. Fortunatamente qui la densita’ di popolazione diminuisce drasticamente e danneggia le poche e sfortunate ville, agriturismi, ristoranti e aziende agricole che si trovano sul suo percorso. Abbatte alberi, muri e pali dell’ elettricita’, scoperchia case, danneggia una nuova villa in costruzione e ne fa crollare la gru, abbatte la facciata sia anteriore e posteriore di un deposito di vino, ne scoperchia il tetto e ne devasta i vigneti circostanti. Ulivi, querce, eucaliptus vengono troncati. IL tornado sfiora l’antichissimo borgo di Ceri, passando circa 500 metri da esso; Tuttavia la perdita del patrimonio boschivo è alta; l’antica pienta di Ceri viene devastata, atterrata dal passaggio del violento vortice.
Ponton Dell’Elce e Tragliatelle
Il tornado continua il suo percorso fra le campagne, attraversando campi fortunatamente disabitati per chilometri fino agli abitati di Ponton dell’Elce e Tragliatella. Qui’ scoperchia prima la Chiesa di San Francesco e dopo alcuni campi incolti si abbatte sull’abitato di Ponton dell’Elce. L’intensità del tornado sembra invariata o forse leggermente inferiore. Tuttavia i danni sono i medesimi riportati nei luoghi precedentemente danneggiati: tetti danneggiati o scoperchiati, grossi alberi e muri di cinta abbattuti. Una casa mostra sulla facciata un bombardamento da detriti tipico del passaggio del tornado.
Osteria Nuova e Cesano
Da queste zona arrivano la maggior parte dei video. Il tornado viene ripreso mentre attraversa la parte alta di Osteria Nuova (il video che divenne più popolare); Fortunatamente sfiora l’abitato ma investe alcuni antichi casali della tenuta dell’Olmo, sconvolgendo paesaggi intatti da centinaia di anni. IL vortice prosegue colpendo Colle due Pini e prosegue verso Cesano. Questo è sicuramente il paese più abitato che incontra dopo Ladispoli. Qui’ danneggia’ prima il villaggio militare della Scuola di Fanteria, dove fa la sua seconda e sfortunata vittima, Fernando Fiorese, poi si inoltra nel denso abitato. Sono ville a schiera e palazzine di 2 / 3 piani, fortunatamente resistenti ad un simile evento. Alla paura subita dalla popolazione si contano comunque svariati milioni di danni, tetti danneggiati, alberi, segnaletiche e muri di cinta abbattuti, vetri esplosi e detriti ovunque. IL giardino della scuola Angelini è devastato e la facciata della stessa bombardato da detriti come proiettili. Alcune auto vengono spostate o addirittura capovolte dal vortice.
Parco Regionale di Veio, Valli del Sorbo (Formello)
Superato il paese di Cesano il tornado continua verso Nord Est; La densita’ di popolazione torna di nuovo bassa, una zona collinare adibita per lo piu’ a campi e macchie di querceti. Successivamente si inoltra nell’antico cratere di Sacrofano, nel Parco Regionale di Veio. In questa area protetta, le valli del Sorbo vengono devastate, con la perdita boschiva di esemplari di querce enormi e di alto pregio. IL tornado ha lambito il Santuario del Sorbo sradicando diversi alberi e abbattendo un muro, risparmiando per fortuna lo stesso santuario quattrocentesco, dove diversi fedeli che erano a messa sono rimasti isolati a causa degli alberi che impedivano il passaggio. Sono dovuti intervenire gli stessi guardiaparco per tagliare i rami e rimuovere i tronchi di albero caduti sulla strada per consentire ai fedeli di tornare a casa utilizzando la via per Campagnano.
Castagneto e Morlupo
Il vortice prosegue per le campagne collinari nei pressi di Morlupo, continuando a sradicare alberi, segnaletiche e tetti di abitazioni; I campi sportivi vengono sconquassati e una macchina lanciata contro una collinetta. L’ultimo video riprende il tornado che attraversa la via Campagnese, poco ad ovest dell’entrata di Morlupo, ormai in fase di indebolimento, ridotto in dimensioni ed in intensita’ ma comunque ancora in grado di abbattere segnaletiche stradali ed alberi fino alla frazione di Valle Reale.
A questo punto, come ho cominciato, potrei terminare con le stesse parole di Giuseppe Boscovich: “dove il turbine abbia di preciso terminato la sua terribile corsa non mi è riuscito rinvenirlo, ma probabilmente si è dissolto nei campo da quelle parti“.
Tornado di debole intensità possono avvenire ogni anno nella regione, ma un tornado intenso come quello avvenuto potrebbe avere una ricorrenza di 50 anni nel Lazio e oltre 100 anni nella stessa zona. Questi sono alcuni tornado rilevanti avvenuti nel Lazio, in grassetto i piu’ intensi (da notare la ricorrenza nei mesi autunnali):
- 15 Settembre 2006 (Civitavecchia, Pantano) danni
- 16 Novembre 2005 (Roma olimpico) danni
- 29 ottobre 2003 (Roma gregna) danni
- 14 Settembre 1997 (Terracina) danni
- 19 Ottobre 1991 (Fogliano e Sezze) molti danni
- 22 Novembre 1989 (Tarquinia) danni
- 5 Ottobre 1979, (Trevignano) danni e feriti
- 14 Settembre 1976, (Ostia e Roma) danni e 10 feriti
- 12 Ottobre 1964 (Barbarano Romano) danni e feriti
- 8 Ottobre 1964 (Tarquinia) gravi danni e feriti
- 30 ottobre 1961 (Ostia, Pomezia, Albano) 30 km percorsi, gravissimi danni, 3 vittime e molti feriti
- 1 Novembre 1919 (Santa Marinella)
- 9 Novembre 1884 (Bracciano) molti danni
- 23 Ottobre 1825 (Paolo e Ceri) molti danni
- Ottobre 1819 (campagne di Velletri) danni, feriti, 1 vittima
- 12 Giugno 1749 (Ostia e Roma) 30 km percorsi, molti danni, feriti e 2 vittime
- 4 Dicembre 1645 (Roma) molti danni, feriti e molte vittime
Per saperne di piu’ dei tornado in Italia e sulla loro probabilita’ vi rimando alla Home del sito ( Tornado in Italia ). Sperando nell’aiuto per Stato di Calamita’ Naturale alle persone danneggiate e sperando nella ripiantumazione di tutti gli esemplari alborei cancellati dal tornado, un cordoglio particolare va alle famiglie delle due vittime e ringrazio tutti coloro che ho conosciuto in questa ricerca, gli abitanti delle frazioni colpite di Ladispoli, Ceri, Ponton d’Elce, Osteria, Cesano e Morlupo, e dei casali e degli agriturismi collocati fra quei colli.