“Nelle Marche stimiamo circa 25mila persone sfollate, tenuto conto che i primi giorni sono il momento piu’ difficile per fare questa stima, perche’ a chi ha subito dei danni si somma chi, giustamente, dopo tre scosse, di cui l’ultima violentissima, ha paura e va compreso se in questa fase ha bisogno di assistenza“. Cosi’ il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. “Gia’ con l’impegno preso dal Governo dei 4,5 miliardi di euro – ha aggiunto – andiamo avanti a lungo, perche’ sono cifre veramente importanti. Considerando come e’ andata per l’ultimo sisma, ci saranno numeri piu’ precisi sicuramente tra diverse settimane. Il metodo funziona con il meccanismo del credito d’imposta, che ci mette le risorse a disposizione man mano che vanno avanti i lavori. Era gia’ convincente nella prima fase e lo e’ altrettanto adesso e gia’ con quella provvista si puo’ andare avanti per parecchio tempo“.
I dati aggiornati a questo momento parlano di circa 25mila persone sfollate nelle Marche a seguito del Terremoto: 20.766 le persone sono fuori casa in provincia di Macerata, 1.898 in quella di Fermo, 2.247 ad Ascoli e 526 ad Ancona. Le “zone rosse” sono 218, la maggior parte, 162, in provincia di Macerata (a Fermo 17, Ascoli 33, Ancona 4). Oltre un centinaio gli edifici con crolli e danni gravissimi; 7.000 i posti letto (di cui 5.000 brandine) allestiti nelle strutture comunali di prima assistenza.
“Per quello che riguarda la Regione Umbria siamo certi di stare intorno probabilmente intorno a 5 mila persone e 3 mila da assistere, concentrate in una parte ben definita del territorio regionale”. Lo afferma Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, in risposta ai giornalisti al termine della riunione con il governo a Palazzo Chigi, sul numero degli sfollati presenti nella sua regione dopo le scosse di Terremoto.
“Siamo in presenza di un evento realmente straordinario, che viene a inserirsi in una dinamica molto difficile per persone che da due mesi non vedono la fine” ha detto il premier Matteo Renzi. “Siamo sollevati e confortati dal fatto che non vi siano state vittime in questo nuovo sisma, ma vorrei che non dimenticassimo che siamo in presenza di uno dei piu’ gravi terremoti della storia dell’ultimo secolo. Era dal 1980 che non si subiva una scossa cosi’ forte e mezza Italia l’ha sentita e si e’ impaurita e impressionata“.
Sara’ impiegato “piu’ personale per affrontare il carico burocratico. I numeri delle verifiche di agibilita’ degli edifici erano 72mila a L’Aquila, 49mila in Emilia-Romagna: solo nella parte precedente all’ultima scossa” per il sisma dell’Italia centrale ci sono state “77mila richieste, il territorio e’ molto ampio. Cio’ che e’ accaduto ad Amatrice ha creato lesioni profonde che sono molto piu’ problematiche di quello che si immagina. Poi arrivato un terremoto di magnitudo 6.5: a fronte di questo noi immaginiamo che saranno molte di piu’ le richieste di verifica e piu’ personale sara’ necessario” ha aggiunto Renzi nel corso della conferenza stampa dopo il Cdm sul terremoto in Centro Italia.
Il provvedimento sul sisma consentira’ di avere “4 fasi” tra emergenza e ricostruzione. Lo ha spiegato il premier Renzi al termine del Cdm illustrando le 4 fasi: “quella dell’immediata emergenza, nella quale chiederemo a chi puo’ di lasciare il territorio, sapendo che sara’ un periodo molto limitato; una fase intermedia, quella del container, che sono meno piacevoli della casetta di legno; quella in cui tra 5-6 mesi, tra la primavera e l’estate le persone potranno tornare in casette di legno; la fase di ricostruzione“.
“La chiesa di San Benedetto a Norcia ritornera’. Tutti noi sappiamo che quei simboli del terremoto devono tornare, cosi’ come la chiesa di Assisi. Questo e’ il punto chiave, i cittadini devono sentire lo Stato con loro“: anche queste sono parole di Renzi nel corso della conferenza stampa dopo il Cdm sul terremoto in Centro Italia.
“Non possiamo lasciare che una parte del Paese corra il rischio di spopolarsi: dobbiamo preoccuparci non solo della ricostruzione in senso tecnico, ma anche della ricostruzione e del rilancio dell’economia“. Lo ha ribadito Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. “Dobbiamo garantire una prospettiva a questi territori – ha spiegato Errani – senza i quali l’Italia sarebbe un’altra cosa. Abbiamo fatto la scelta di ricostruire tutto, e c’e’ anche una faglia emotiva di cui tenere conto“.
“Le casette verranno date a chi ha la casa inagibile: e’ evidente che dopo quello che e’ successo ieri ci sara’ una rivisitazione dei quantitativi gia’ stabiliti che dovranno essere in quota parte rivisti“. Lo ha detto in conferenza stampa dopo il cdm il capo della protezione civile Fabrizio Curcio. Per quanto riguarda le assegnazioni, per “quella quota parte di case in parziale agibilita’ si necessita di una parziale rivisitazione” ha spiegato Curcio.