Un Terremoto di magnitudo 4,2 aveva scosso la Garfagnana alle 11:10 del mattino del 23 gennaio 1985, ma la vera notizia arrivo’ alle 20:00, quando il telegiornale della sera annuncio’ la possibilita’ di una forte scossa di Terremoto nelle 48 ore successive: e’ accaduto in Garfagnana 32 anni fa. “Era stata una sorta di esercitazione, una simulazione dettata da una misura cautelare”, ricorda il sismologo Enzo Boschi, che allora era a capo dell’Istituto Nazionale di Geofisica, predecessore dell’attuale Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “C’era stato un Terremoto abbastanza forte e tutti ricordavano che nel 1930 era avvenuto qualcosa di analogo“, ha detto Boschi. Giuseppe Zamberletti, che allora era ministro della Protezione civile, “decise di lanciare l’allarme attraverso la televisione, nel telegiornale della sera”.
Il messaggio che venne letto indicava l’arrivo di “una possibile scossa tellurica pericolosa”. In quegli stessi giorni i sismologi avevano osservato che la storia passata indicava che le scosse distruttive erano arrivate entro un intervallo massimo di 15 ore dalla prima. Sorpresa e incredula quanto perplessa e impaurita, la popolazione dei comuni della zona, come Castelnuovo Garfagnana, Barga, Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano si preparo’ ad affrontare all’aperto una notte fredda e piovosa, che fortunatamente si concluse senza la scossa ”annunciata”. Nella cronaca di quella vicenda ci sono alcune lacune perché “in quei giorni – ricorda Boschi – c’era anche lo sciopero dei giornalisti”. Complessivamente, secondo il sismologo, quella decisione era stata dettata da “una misura cautelare” e ancora oggi Boschi la considera “un grande successo. “Era stata un’idea estremamente intelligente, ma Zamberletti fu denunciato per procurato allarme e poi processato”. Boschi rileva che con quella decisione l’allora ministro della Protezione civile aveva invece cercato di “far prendere coscienza alla popolazione che l’Italia e’ un Paese sismico. All’epoca – osserva – si era gia’ persa memoria del Terremoto dell’Irpinia“, avvenuto solo cinque anni prima. “Da quell’episodio in Garfagnana alla vicenda del Terremoto de L’Aquila del 2009, quello che emerge – secondo Boschi – e’ che l’informazione in relazione alla situazione sismica deve essere data dai rappresentanti politici e non dagli scienziati, cosi’ come a prendere le decisioni devono essere i politici”.