Superficie terrestre e oceani sempre piu’ caldi, innalzamento dei mari costante, livelli di ghiaccio marino eccezionalmente bassi, concentrazione di anidride carbonica in atmosfera mai cosi’ elevata: i record climatici infranti nel 2016 sono diversi e preoccupano gli scienziati anche perché spingono la comprensione del globo in un territorio “inesplorato”. L’allarme è stato lanciato dall’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo).
Pubblicato in vista della Giornata mondiale della meteorologia che ricorre il 23 marzo, il rapporto della Wmo afferma senza mezzi termini che il 2016 “ha fatto la storia” quanto a eventi climatici estremi. Con prospettive tutt’altro che incoraggianti visto che tutte queste tendenze sono ben visibili anche quest’anno, con conseguenze potenzialmente pesanti per il pianeta e i suoi abitanti. Tra i record piu’ significativi quello legato alla “febbre del globo”. “Il 2016 e’ stato l’anno piu’ caldo mai registrato”, spiega Petteri Taalas, segretario generale della Wmo, mettendo a segno un aumento di 1,1 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali e un incremento rispetto al precedente record del 2015. “Un aumento di temperatura”, aggiunge, “che e’ in linea con altri cambiamenti che si stanno verificando nel sistema climatico” terrestre. Una spinta non indifferente e’ arrivata anche da un El Nino, il fenomeno ciclico di riscaldamento della superficie del Pacifico, particolarmente intenso. Tra gli altri record anche quello del livello dei mari: e’ salito di 20 centimetri dall’inizio del XX secolo, per lo piu’ a causa dell’espansione termica degli oceani e dello scioglimento dei ghiacci. Con i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera che continuamente rompono nuovi record (la concentrazione ha superato permanentemente la soglia simbolo di 400 parti per milione) “l’influenza delle attivita’ umane sul Clima e’ diventata sempre piu’ evidente”, sottolinea Taalas. Anzi, prosegue, oggi i potenti strumenti informatici e l’ampio storico di dati a disposizione “hanno reso possibile dimostrare chiaramente l’esistenza di legami tra i cambiamenti climatici causati dall’uomo e molti casi di eventi estremi”.
Tra questi Taalas indica le forti ondate di calore, ma l’elenco e’ lungo. Il rapporto cita i gravi episodi di siccita’ che hanno causato crisi alimentari per milioni di persone nell’Africa orientale e meridionale e nell’America centrale, evidenzia il ruolo distruttivo dell’uragano Matthew ad Haiti e le perdite economiche subite anche dagli Usa, non tralascia le forti piogge e inondazioni che hanno flagellato l’Asia orientale e meridionale. Il 2017 purtroppo secondo il parere della Wmo non sara’ da meno. Diversi studi anticipano che il calore degli oceani stia aumentando, come pure le concentrazioni di CO2 in atmosfera. Insomma, “anche senza un forte El Nino”, avverte David Carlson, direttore del Programma di ricerca sul Clima mondiale, “stiamo assistendo ad altri significativi cambiamenti nel pianeta che sfidano la nostra comprensione del sistema climatico. Ora siamo entrati in un territorio davvero inesplorato”.