I foglietti illustrativi dei farmaci incutono timore nei pazienti, che spesso diffidano degli stessi. Per risolvere il problema bisognerebbe, afferma un rapporto della Academy of Medical Sciences britannica, riscriverli in modo meno ‘spaventoso’, mettendo più in luce gli effetti positivi e dando meno enfasi agli effetti collaterali. Secondo tale indagine due terzi delle persone si fida più dell’indicazione di parenti o amici che di quella del medico.
I ‘bugiardini’, scrivono gli esperti della Academy, un panel indipendente di medici e scienziati, sono troppo focalizzati sui potenziali effetti collaterali dei farmaci e non abbastanza sui benefici. “Ad esempio il foglietto di una scatola di paracetamolo afferma che tra i possibili effetti collaterali ci sono la pancreatite o l’epatite – spiega John Tooke, direttore del panel -, tuttavia non c’e’ informazione su che cosa siano queste malattie, o quanto grande sia il rischio di contrarle nella realtà”. Il risultato della disaffezione, spiega il rapporto per cui sono stati intervistati 2mila tra pazienti e medici, e’ che il 63% dei primi e ben l’83% dei secondi non si fida delle indicazioni, mentre nel caso dei pazienti i due terzi tendono a basarsi sulle indicazioni di amici e parenti. “Con la popolazione che invecchia e farmaci sempre piu’ complessi in arrivo – conclude il rapporto – dobbiamo dare al pubblico indicazioni piu’ chiare sulle medicine che prendono”.