Enzo Boschi, geofisico, ed ex presidente dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) affida alla propria pagina Facebook una riflessione-denuncia nei confronti delle valutazioni sull’entità del terremoto che ha colpito Ischia pochi giorni fa, giunte appena dopo il sisma. “Pur senza accesso diretto ai dati ho raggiunto la conclusione che il terremoto del 21 agosto ad Ischia si è verificato esattamente sotto Casamicciola con una profondità focale inferiore ai 3 km. Questo si evince chiaramente anche dal quadro di danneggiamento tutto circoscritto in una parte ben identificata del comune di Casamicciola. Pertanto – prosegue il geofisico – le valutazioni dell’INGV, oltre 10 km di profondità con epicentro a qualche km in mare a nord dell’isola, non risultano sostenibili. Le tre valutazioni della magnitudo proposte in tempi diversi (3.6, 3.8, 4.0) dall’INGV sono tutte più o meno compatibili con il quadro ipocentrale qui descritto. L’accelerazione del suolo, che è il vero parametro utile per capire il danneggiamento, è stata senz’altro elevata e sarebbe utile saperne il valore con precisione”.
“Qualcuno ha poi il dovere di spiegare che cosa è successo nelle sale di sorveglianza dell’INGV di Roma e di Napoli, operative 24 ore su 24, la sera del 21 agosto. Chi ha materialmente fatto e comunicato le prime valutazioni? – si chiede Boschi – Chi le ha successivamente corrette parzialmente? E se è vero quanto si sta dicendo in giro e cioè che la rete sismica nell’isola di Ischia durante l’evento funzionava molto parzialmente? Una dichiarazione tempestiva da persone credibili sulle vere caratteristiche dell’evento del 21 agosto e sulla storia della sismicità ischitana avrebbe impedito la fuga in massa dei turisti, risorsa fondamentale per l’isola. Anche l’intervento della Magistratura – conclude l’esperto – ne risulterebbe più mirato. Ignoranza e disorganizzazione sono già state sufficientemente mostrate”.