San Gabriele Arcangelo: l’annunciatore per eccellenza delle divine rivelazioni

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San Gabriele Arcangelo, il cui nome, in ebraico ???????????, significa “Forza di Dio”, nelle liste dei tre Arcangeli, generalmente,  viene posto dopo di Michele e prima di Raffaele. Il suo compito è pricipalmente quello di farsi Messaggero di Dio, cioè palesatore della Volontà divina. Gabriele è l’annunciatore per eccellenza delle divine rivelazioni. E’ lui che spiega al profeta Daniele come avverrà la piena restaurazione, dal ritorno dall’esilio all’avvento del Messia. A lui è affìdato l’incarico di annunciare la nascita del precursore, Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta. La missione più alta che mai sia stata affìdata ad una creatura è: l’annuncio a Maria dell’Incarnazione del del Verbo di Dio e la nascita di Cristo, il Salvatore dell’umanità, chiedendo il suo consenso ai piani divini di salvezza.

La semplicità e la grandezza celestiale di questo messaggio dovrebbe essere letto interamente per capire la sublime e delicata missione di Gabriele nell’opera della red enzione umana. È la prima volta che un Principe della corte del cielo si manifesta ad una creatura, una giovane donna, con una deferenza e un rispetto tale come un principe dovrebbe mostrare alla sua regina. La discesa dell’angelo sulla terra segnava l’alba di un nuovo giorno, l’inizio di un nuovo patto, il compimento delle promesse di Dio al suo popolo: “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe, e la vergine si chiamava Maria.” Questo Arcangelo non è molto invocato come patrono di luoghi, però, tra i centri abitati che si pongono sotto il suo patronato, ricordiamo, in Italia: Andali, Arzergrande e Carceri l 1° aprile 1951, il papa Pio XII, con una breve apostolica, proclamò l’Arcangelo Gabriele compatrono celeste delle telecomunicazioni, e quindi del telegrafo, telefono, radio e televisione.

Nel 1972, il papa Paolo VI estese ulteriormente il suo patronato a tutte le poste; nella lettera apostolica del 9 dicembre del 1972, papa Montini così scrive: “Le pagine della Sacra Scrittura, documenti certo della divina bontà, parlano spesso di aiuti divini ottenuti per mezzo di creature celesti, tra le quali stanno gli angeli, specialmente San Gabriele arcangelo, messaggero delle cose più alte. Egli, per il fatto che dai cieli stellati ha portato in terra il più importante messaggio della storia, nell’anno 1951 fu eletto patrono delle `telecomunicazioni’ tra i popoli. Ora, avendo le poste una natura simile a quella delle telecomunicazioni … con Nostra Apostolica potestà costituiamo e dichiariamo S. Gabriele Arcangelo patrono delle Poste”. E’ anche protettore particolare di Radio Vaticana. E’ raffigurato con la classica iconografia angelica: un bel giovane, con le ali e la tunica. Reca spesso un giglio, che portò in dono alla Vergine. Talvolta, indossa una dalmatica diaconale e regge una bacchetta da ostiario.

Talvolta San Gabriele Arcangelo è rappresentato con in mano una lanterna accesa e uno specchio di diaspro verde sul quale sono trascritti gli ordini di Dio che egli deve fedelmente trasmettere. Altre volte è raffigurato con in mano il bastone che poi si trasforma in scettro con puntale d’oro. In molti quadri S. Gabriele porta in mano un filatterio con la prima parola in latino del suo saluto alla Madonna: “Ave, Maria, gratia plena”. Ed è proprio attraverso la recita dell’Ave Maria che i cattolici ripetono quotidianamente le stesse parole del Nunzio celeste alla Vergine.

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