“Nelle Aree Marine Protette della Campania si racchiude tutta la storia del nostro territorio dall’epoca greca fino a tutta l’epoca romana e tardo antico. Considerando il tirreno centro- meridionale, quindi da Gaeta a tutta la Calabria tra informazioni che abbiamo da bibliografia, quindi di siti visti e oggi non più conservati e siti attualmente presenti su circa 120 ben 80 ricadono nella Campania”. Lo ha dichiarato Alessandra Benini, archeologa che sta dirigendo gli scavi di Ischia, nell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, intervistata dai numerosi giornalisti italiani e stranieri che stanno partecipando al Press Tour, un Mare di Cultura, nelle Aree Marine Protette della Campania.
“Una possibile soluzione sarebbe, come avviene anche per alcuni monumenti a terra – ha proseguito Alessandra Benini – sarebbe darli in affidamento a diving o ad altre società che ne mantengano lo stato di conservazione e ne abbiano ritorno con delle visite guidate. Naturalmente presuppone una preparazione scientifica di chi li accompagna e materiale esplicativo di buon livello”.
Domani il grande evento con presentazione di Aenaria, la città sommersa di Ischia, i suoi bellissimi reperti archeologici che sono stati trovati. Ore 9 e 30, briefing sul sito archeologico con barca dai fondali trasparenti. Alle ore 11 e 30 la Convention un Mare di Cultura al Castello Aragonese con gli importanti interventi di Luigi Raia, Direttore dell’Agenzia per la Promozione del Turismo della Regione Campania, con importanti dati riguardanti il turismo ischitano e non solo, Antonio Nicoletti, Responsabile Legambiente per le Aree Marine Protette, Nino Martino dell’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE, Antonino Miccio, Direttore dell’Area Marina Protetta Punta Campanella e Direttore facente funzioni dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno di Ischia, Enzo Ferrandino, Sindaco del Comune di Ischia, Carmela Giarratano, Direttore generale – Protezione della Natura e del Mare – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Arturo Faraone, Controammiraglio del Corpo delle Capitanerie di Porto – Giardia Costiera.
“Per la prima volta tutte le Aree Marine Protette della Campania stanno facendo sistema. In tutte le Aree Marine Protette campane, operano circa 20 diving center e centri di immersione che veicolano 6000 “immersioni” l’anno. E’ un dato importante e dunque anche il turismo subacqueo – ha concluso Antonino Miccio, Direttore Area Marina Protetta Punta Campanella – può rappresentare un’opportunità di crescita per l’economia. I Parchi Sommersi di Baia e Gaiola nascono proprio dalle loro peculiarità archeologiche, ma l’area marina protetta di Santa Maria di Castellabate e il Regno di Nettuno hanno anch’esse tutte le potenzialità, grazie alla presenza di importanti siti archeologici sommersi, per sviluppare un turismo archeologico subacqueo. L’obiettivo è la valorizzazione di tale patrimonio e contribuire a una diffusione del senso civico sulla tutela e salvaguardia di tale patrimonio archeologico sommerso in un mondo dove la caccia al reperto archeologico è ancora molto diffusa”.