Con la Catalogna impegnata nel referendum sul distacco dalla Spagna, in Quebec, un’altra regione del mondo dove l’autonomia linguistica si colora di connotazioni politiche, si fa marcia indietro sull’ortodossia francofona. La provincia canadese in cui il francese e’ lingua ufficiale si e’ arresa all’evidenza e ha sdoganato il “cocktail” al posto del “francosuonante” “coqueteil”.
L’Office que’be’cois de la langue francaise ha pubblicato sul suo sito online la lista delle parole inglesi d’ora in poi considerate accettabili. In Quebec si puo’ dunque adesso dire “baby-boom” al posto di “be’be’-boum” e giocare a “softball” e non a “balle-molle”. Parlando del Primo Ministro Justin Trudeau, si potra’ definirlo “leader” del suo partito, non necessariamente “chef”.
Jean-Pierre Le Blanc, un portavoce del OQLF, ha spiegato che la revisione risponde al modo con cui il francese e’ usato in Quebec: “Il linguaggio e’ qualcosa di vivo”, ha detto alla rete tv Cbc, “e il fenomeno delle parole prese a prestito da altre lingue va avanti da molto tempo”. Compito del OQLF, fondato nel 1961 e rafforzato nel 1977, e’ di proteggere la lingua e assicurarne il giusto uso. Con uno staff di 230 persone tra cui 20 linguisti, l’ufficio ha un budget annuale di 24 milioni di dollari canadesi che sono serviti tra l’altro a introdurre con successo alternative francesi a parole inglesi correntemente usate come “courriel” al posto di email e “mot-clic” in sostituzione di hashtag. Non e’ sempre stata una passeggiata.