Agricoltura e ambiente, turismo e reti sociali, ricerca e innovazione sono i temi portanti della terza edizione degli Stati Generali delle Comunità dell’Appenino, il meeting biennale che Slow Food Italia indice a partire dal 2013 con l’obiettivo di elaborare strategie e proposte per le aree interne del Paese.
Quest’anno l’appuntamento è da venerdì 1 a domenica 3 dicembre sui monti Lepini, in Lazio. I comuni di Segni, Priverno, Cori e Carpineto Romano ospiteranno i lavori dei tre tavoli tematici, dove i delegati condivideranno problematiche ed esempi concreti delle iniziative attivate lungo tutto l’Appennino: il recupero dei grani antichi, la gestione sostenibile della foresta e la riforestazione, il ruolo delle cooperative di comunità e i casi virtuosi di imprenditorialità al servizio della montagna saranno i temi al centro dei lavori dei vari gruppi.
Alla presenza del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e del presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale, l’assemblea plenaria di domenica raccoglierà i documenti riassuntivi, dei tavoli di lavoro e avrà come focus la pastorizia, un’attività di fortissima tradizione, asse portante delle economie e delle relazioni tra popolazioni montane. Obiettivo della riflessione è capire come creare gli strumenti necessari per far vivere al meglio un mestiere antico ma che ha ancora molto da dire e che tanto può contribuire a creare il giusto reddito per le comunità.
L’evento è organizzato da Slow Food Italia grazie alla collaborazione della Compagnia dei Lepini, società pubblica partecipata dai Comuni e dalle Comunità Montane del territorio dei monti Lepini insieme alla Provincia di Latina, alla C.C.I.A.A. di Latina, all’Unione delle Camere di Commercio del Lazio e al Business Innovation Centre del Lazio.
«Siamo alla terza convocazione degli Stati Generali delle Comunità dell’Appennino: non è certo un traguardo ma il segno di una continuità d’intenti, di passione, di perseveranza. E sempre più pressante ormai è la necessità di portare queste esperienze e questa determinazione all’attenzione della politica nazionale» afferma Sonia Chellini, vicepresidente di Slow Food Italia.
L’idea di costituire un Tavolo nazionale per l’Appennino che possa riunire associazioni, fondazioni ed enti che a vario titolo si occupano (e preoccupano) delle difficoltà oggettive in cui versa la dorsale è già stata formulata dal presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale. L’appuntamento di dicembre sarà quindi la migliore occasione per rispondere a un’esigenza divenuta tanto più stringente dopo che gli eventi sismici del 2016 e i fenomeni meteorologici di questo 2017 hanno aggravato il quadro nelle aree interne del Centro Italia.
Per Slow Food Italia, gli Stati Generali delle Comunità dell’Appennino (preceduto lo scorso anno dalla prima Assemblea dei Sindaci e degli Amministratori dell’Appennino) sono momento fondamentale anche per riportare l’attenzione – a riflettori ormai spenti – sui problemi delle popolazioni colpite dal sisma. Dal lancio del progetto 10 Orti nelle Tendopoli a L’Aquila, attivato nell’immediato post-sisma del 2009, all’apertura del Mercato Contadino nel capoluogo abruzzese, Slow Food Italia ha accompagnato e sostenuto iniziative con l’obiettivo di superare l’ottica degli aiuti estemporanei e disconnessi dalle realtà territoriali. Questo impegno ha trovato, dopo la prima adesione a Un futuro per Amatrice, un ulteriore coronamento con la campagna associativa La buona strada. Ripartiamo dal cibo, finalizzata alla raccolta fondi in favore di iniziative pensate e gestite direttamente dai produttori agroalimentari delle quattro regioni colpite dal terremoto.