Istituita in Italia nel 2000 e in tutto il mondo del 2005 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunitasi il 1° novembre di quell’anno, ha proclamato ufficialmente, in occasione dei 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento, il 27 gennaio Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto, la Giornata della Memoria è carica di un profondo significato simbolico. Il 27 gennaio del 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, i cancelli di Auschwitz vennero abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico. Finalmente il mondo, al di là della scritta “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) potè vedere, con i suoi stessi occhi, cos’era accaduto all’ interno del lager. Varcati i cancelli, i militari, liberati i pochi superstiti, constatarono la morte, l’orrore, lo sterminio di quel luogo, mentre le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono al mondo la brutalità degli atti che vi si compirono. L’internamento nel lager è stata un’esperienza estrema, una discesa negli abissi dell’umanità, inconcepibile per chi ritiene la storia un progressivo cammino verso l’evoluzione e la civiltà.
Gli uomini, assimilati a manufatti, in un’ottica che applicava la razionalità industriale allo sterminio di massa, nelle menti degli aguzzini, venivano equiparati a merce: deportati (come il trasporto della merce), internati (come trattamento del prodotto al fine di spremerne la forza lavoro) sino alla consunzione e alla morte, inferta con lo Zyklon B, composto di cianuro, prodotto dalla I.G. Farben, colosso dell’industria tedesca specializzata in antiparassitari, e all’incenerimento nei forni crematori. Donne, uomini, bambini, privati di vestiti, affetti personali, protesi agli arti, denti d’oro, privati del nome, sostituito da una matricola marchiata a fuoco sulla carne, sono stati ridotti ad ossa barcollanti, sino alla morte lenta, nel patimento dell’asfissia.E’ proprio per non dimenticare tutto ciò che la Giornata della Memoria deve rappresentare, oggi più che mai, un giorno di riflessione profonda oltre che di indignazione e denuncia morale.