L’influenza 2018 ha messo a letto tre milioni di persone, 800mila soltanto nell’ultima settimana ed il picco dell’epidemia potrebbe arrivare nei prossimi giorni: “Il clou e’ in questi giorni, ma non sappiamo ancora se sia stato completato. Potrebbe crescere ancora, e se cosi’ fosse, diventerebbe l’Influenza con il picco di incidenza piu’ alto degli ultimi 15 anni,” spiega all’AGI Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg). “Dall’inizio della sorveglianza 2017-2018 circa tre milioni di italiani sono stati colpiti dal virus, ma con una incidenza diversa nelle varie fasce di eta’ della popolazione. La maggiore incidenza si e’ registrata nella fascia compresa tra i 5 e i 14 anni. Nell’ultima settimana, invece, e’ diminuito il numero dei bambini malati ed e’ cresciuto sia il numero dei giovani adulti infettati (13.4 ogni 1.000) sia quello degli anziani infettati (8,1 ogni 1.000), quest’ultimo in misura minore perche’, come e’ noto, gli over 65 sono protetti dai vaccini, che per loro sono gratuiti“.
Quali sono dunque i sintomi dell’influenza? Come riconoscerla e quanto dura? “Quest’anno siamo davanti a una forma antipatica perche’ dura a lungo, anche 8-10 giorni, con sintomi febbrili che scompaiono ma poi possono ritornare.” I sintomi respiratori comprendono tosse, mal di gola, respiro affannoso. “Le persone si allarmano e cio’ sta creando un eccesso di richieste di assistenza alle strutture di pronto soccorso“.”Per curare l’Influenza l’antibiotico non serve perche’ deprime le difese immunitarie. Quando ci ammaliamo dobbiamo tenere sotto controllo la temperatura con gli antipiretici ma facendo attenzione a non eccedere, in quanto un’azione febbrile sui 38 gradi protegge il corpo e uccide il virus. E’ importante non coprirsi troppo durante la fase di risalita della febbre e tenere presente che il riscaldamento eccessivo degli ambienti fa salire la febbre piu’ in fretta. E poi idratarsi il piu’ possibile, anche attraverso un’alimentazione ricca di frutta e di verdura. Fidarsi dei consigli del proprio medico di famiglia, evitando la corsa al pronto soccorso“.