Ricerca, il Nobel per la medicina Gurdon: “Spesso etica e governo bloccano i progressi”

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“La ricerca sta facendo dei progressi ma, purtroppo, sono sempre molto lenti. Spesso ci scontriamo con le decisioni di alcuni governi che non danno le autorizzazioni necessarie per portare avanti quei test di cui abbiamo bisogno. Un esempio: nella riprogrammazione delle cellule ci sono dei problemi di sicurezza sul trasferimento. E’ chiaro che se non eseguiamo maggiori test non sara’ possibile trovare delle terapie per molte malattie genetiche. E la causa, spesso, va ricondotta su un livello etico e sulle posizioni di alcuni governi”.

Lo afferma John Gurdon dell’istituto di ricerca Gurdon dell’università di Cambridge, biologo britannico vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2012. Gurdon insieme al medico giapponese Shinya Yamanaka è stato insignito per una scoperta che ha rivoluzionato le terapie sulla specializzazione cellulare.

In particolare, Gurdon è intervenuto oggi a Napoli nel corso di un convegno su Genetica ed Epigenetica organizzato dalla ordine nazionale dei Biologi dove ha tenuto una lectio magistralis sulla riprogrammazione delle cellule mature in cellule multi potenti.

La lectio magistralis di Gurdon è stata preceduta dall’intervento di un altro premio NOBEL, Mario Capecchi, genetista italiano che ha vinto il Nobel per la medicina nel 2007. Al convegno promosso dall’Ordine nazionale, Capecchi ha parlato del cosiddetto ‘gene targeting’, con particolare riferimento al trasferimento genico negli animali “che sta contribuendo – ha detto – a sostenere la ricerca su molte malattie particolarmente diffuse, a partire dal cancro”.

“Stiamo cercando di elevare il tono dei nostri convegni”, ha commentato a margine dell’incontro il presidente dell’ordine dei biologi, Vincenzo D’Anna, che ha organizzato il convegno. “La prima frontiera su cui ci siamo confrontati e’ stata quella delle nano particelle, la seconda la manipolazione genica e, quindi, il trasferimento dei geni da un organismo a un altro: si pensi alla rivoluzione delle cellule staminali – ha aggiunto D’Anna – per la cura e la sostituzione di tessuti e, si spera, in futuro anche degli organi. La biologia ci pone continuamente innanzi a delle rivoluzioni scientifiche: è una scienza di avanguardia, cosi’ come la fisica teorica, se l’Italia vuole stare al passo coi tempi dobbiamo seguirla ai massimi livelli. Altrimenti, corriamo il rischio ridurre in nostro Ordine professionale a un elemento statico, burocratico e asfittico che credo non serva assolutamente a nulla. Proviamo a fare esattamente l’opposto: a presentare le nostre eccellenze ai giovani che saranno i professionisti di domani”

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