Sanità: il virologo sui casi di polmonite, il batterio della legionella indiziato principale

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I casi di polmonite registrati nella Bassa Bresciana Orientale, con 138 accessi nei pronto soccorso, “hanno un indiziato numero uno ed è il batterio della legionella, anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo per aver elementi certo. E’ come fare un’indagine poliziesca incastrando tutti i pezzi di un mosaico di indizi: analisi sui campioni di acqua, controlli e interviste sui soggetti malati e verifica di ciò che hanno in comune. E’ possibile che anche altri episodi del passato siano riconducibili alla legionella ma non si è mai trovato il nesso“. Così all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo all’università degli Studi di Milano.
Il batterio della legionella si concentra nell’acqua calda dello scaldabagno: se non si usa da tempo è meglio farla scorrere – aggiunge Pregliasco – E’ presente anche nell’acqua fredda in natura, ma in concentrazioni meno pericolose. In genere questo batterio ci infastidiva a livello ospedaliero, in passato si sono registrati casi di polmonite dovuti a contagi in corsia. Va ribadito che la legionella può provocare una banale febbre che si risolve in pochi giorni, nei soggetti più anziani e fragili può invece essere più pericolosa. I 138 casi fino ad oggi segnalati ci spaventano ma non ci devono allarmare, il clamore mediatico c’è forse perché la polmonite è associata all’inverno e non all’estate“.
La legionellosi è causata nel 90% dei casi dal batterio Legionella, del quale sono state identificate più di 50 specie diverse suddivise in 71 sierotipi. Le legionelle – riporta l’Istituto superiore di sanità (Iss) sul sito Epicentro.it – sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.
La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente Legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento. Ma come ci può difendere da questo nemico invisibile? “La prima cosa è una buona manutenzione degli impianti idraulici e anche dei soffioni della doccia o del bagno. Se non si usano quotidianamente è bene pulirli e far scorrere l’acqua all’inizio prima di mettersi sotto la doccia – avverte Pregliasco – Così anche per l’idromassaggio, mentre quando si usano le pompe per irrigare e si genera una vaporizzazione, è meglio evitare di stare nei pressi della pompa: è in quel vapore che si nasconde la legionella“.
Il tasso di mortalità correlata all’infezione da Legionella – evidenzia l’Iss – dipende da alcuni fattori specifici (come la gravità della malattia, l’appropriatezza del trattamento antibiotico iniziale, il luogo in cui è stata contratta l’infezione, le condizioni pregresse del paziente) e può variare dal 40-80% nei pazienti immunodepressi non trattati, al 5-30% in caso di un appropriato trattamento della patologia. Complessivamente la letalità della legionellosi si aggira tra il 5% e il 10%.

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