Le riserve di ghiaccio dell’Antartide che si stanno sciogliendo a ritmi mai visti a causa del riscaldamento globale, rappresentano un rischio non solo per le specie animali presenti nell’area più fredda del globo, ma anche per noi.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Science (PNAS), guidato da Eric Rignot, dell’Università della California, dal 1979 a oggi il livello degli oceani si è innalzato di 1,4 centimetri a causa dello scioglimento dei ghiacciai, ma la preoccupazione maggiore è data dalla velocità che questo fenomeno potrebbe assumere nei prossimi anni.
L’innalzamento del livello dei mari, infatti, potrebbe avere effetti disastrosi: in uno degli scenari peggiori immaginati dagli scienziati, già entro i prossimi 80 anni potremmo assistere a un innalzamento di 1,8 metri, con la conseguente inondazione della maggior parte delle città costiere.
Lo Studio del PNAS si basa su una grande indagine sui ghiacciai antartici, che ha coperto 18 diverse regioni e si è avvalsa delle immagini aeree della NASA e delle immagini satellitari di diverse agenzie spaziali.
Il dato più allarmante registrato è quello relativo ai ghiacciai orientali dell’Antartide, finora ritenuti stabili e immuni ai cambiamenti climatici, che sembrano aver iniziato a sciogliersi.
Uno scioglimento di quest’area si era già verificato circa 125.000 anni fa, ma oggi basterebbe un innalzamento della temperatura globale di due gradi centigradi per registrare effetti disastrosi.
Per comprendere la portata dell’evento, basti pensare che se tutto il ghiaccio dell’Antartide si sciogliesse gli oceani si innalzerebbero di 57 metri. Ma la grande maggioranza del ghiaccio è concentrata proprio nella parte orientale del continente: ce n’è abbastanza per far salire gli oceani di 52 metri, contro i 5 metri che si raggiungerebbero in caso di fusione completa del ghiaccio occidentale.
Lo scenario catastrofico, pur non essendo all’ordine del giorno, rende bene l’idea di un’eventualità tutt’altro che remota. Infatti, se tra il 1979 e il 1990 in Antartide si sono perse “solo” 40 miliardi di tonnellate di ghiacci in media all’anno, tra il 2009 e il 2017 questo dato è salito fino a 252 miliardi di tonnellate.