L’Italia ha un’aspettativa di vita alla nascita di 85,6 anni per le donne e 81 per gli uomini, risultando uno dei Paesi più longevi al mondo. Anche la speranza di vita residua a 65 anni è, per entrambi i generi, più elevata di un anno rispetto alla media europea. “Rimane il divario tra Nord e Sud, con oltre un anno di svantaggio in termini di aspettativa di vita nelle Regioni del Mezzogiorno, che diventano 3 per quella a 65 anni“. Lo rivela il 14.esimo Rapporto Sanità del Crea-Università Tor Vergata di Roma.
Tuttavia le aspettative di vita nelle Regioni Meridionali – evidenzia il report – sono incomparabilmente migliori di quanto ci si potrebbe aspettare sulla base del loro livello di sviluppo economico: Grecia e Portogallo, ad esempio, pur con un Pil pro-capite paragonabile a quello del nostro meridione, ‘performano’ peggio di tutte le Regioni italiane, Campania esclusa; e quest’ultima, comunque, performa molto meglio di tutti i Paesi dell’Ue orientale.
Il report puntualizza che si “deve confermare che in Italia il primo, e purtroppo persistente e inossidabile, motivo di iniquità – evidenzia il documento – rimane il divario tra Nord e Sud. Divario che arriva a coinvolgere l’aspettativa di vita, appunto,prosegue per la cronicità e la disabilità, malgrado quelle del Sud siano Regioni con una popolazione mediamente più giovane, per le quali (in fase di finanziamento) si presuppone un minor assorbimento di risorse“.