Spazio: il Broglio Space Center fa un nuovo upgrade

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Da qualche settimana la “skyline”del Broglio Space Center di Malindi si è arricchita di un nuovo grande sistema d’antenna in banda S: MLD-2B.

Servirà a dare il cambio alle antenne esistenti ormai anziane ma soprattutto a dare supporto ai lanciatori che verranno: Ariane 6, Falcon Heavy e altri ancora che non abbandonano la banda S ma che tendono a richiedere alle stazioni di terra più risorse di quante ne chiedevano in passato.

L’antenna, che ha un diametro di 13,6 metri, è stata costruita dalla VIASAT di Atlanta/Georgia/USA e installata dal consorzio I4SB che, per questa attività, vede il coinvolgimento di Telespazio e Vitrociset del gruppo Leonardo.

Nei prossimi mesi il sistema d’antenna raggiungerà la piena operatività e le sue capacità saranno estese alla banda X, utile sia nel campo delle missioni scientifiche che di osservazione della terra.

L’ammodernamento del BSC prosegue anche sul versante nautico con l’arrivo della prima imbarcazione veloce da 9,5 metri a cui se ne aggiungerà una seconda da 12 metri nei prossimi mesi. Le imbarcazioni veloci permetteranno collegamenti più veloci con il segmento marino (il sistema di piattaforme dell’era pionieristica del Prof. Luigi Broglio) e contribuiranno al miglioramento del sistema di sicurezza del sito.

Il Centro Spaziale “Luigi Broglio”

Il Centro Spaziale “Luigi Broglio” di Malindi in Kenya, che l’Università di Roma “La Sapienza” ha gestito fin dagli anni ’60 mediante il Centro Ricerche Progetto San Marco (CRSPM), rappresenta per la sua localizzazione equatoriale sulla costa dell’Oceano Indiano un sito ideale sia per attività di lancio che di controllo di satelliti da terra. Il centro è composto da due segmenti: il segmento marino, rappresentato dalla piattaforma di lancio oceanica, e il segmento terrestre, rappresentato dal centro di ricezione dati. 

Il Centro (Long. 40,19 gradi E – Lat. 2,99 gradi S) si estende su un area di circa 3,5 ettari sulla costa dell’Oceano Indiano a circa 32 km da Malindi ed è raggiungibile dalla litoranea del Kenya. La presenza del Centro in Kenya, che risale al 1966, è attualmente regolata da un accordo intergovernativo quindicennale rinnovabile, firmato la prima volta nel 1995, che prevede la possibilità di effettuare attività di lancio, di acquisizione dati da satelliti, di telerilevamento e di formazione sia in loco che in Italia. L’Italia, da parte sua, si impegna a reperire i programmi, attrezzare e operare il Centro, fornire la logistica, formare e impiegare personale locale, mentre il Kenya mette a disposizione il sito, dietro pagamento di un modesto canone e la formazione e impiego di manodopera locale da parte italiana. Il governo locale deve essere informato sui programmi che usufruiscono del Centro e richiede, per quelli commerciali, una royalty dipendente dai termini dell’accordo commerciale. Trascorsi quindici anni, le attrezzature diventano poi di proprietà del Kenya. 

L’ultimo lancio – vettore Scout con a bordo il satellite San Marco D/L – è stato effettuato il 25 marzo 1988. Da allora le piattaforme sono inutilizzate e generalmente sottoposte alla sola manutenzione ordinaria. 

Il Segmento Terrestre comprende una serie di fabbricati in muratura e in legno adibiti sia ad alloggi che a servizi, un porticciolo per l’attracco dei natanti di collegamento con le piattaforme e 3 Stazioni di Terra (sistemi d’antenna) per il controllo in orbita e la ricezione di telemetria da satelliti e vettori. Le 3 stazioni sono:

  • Stazione in Banda S, dotata di una parabola di 10 metri, adibita ai programmi dell’agenzia;
  • Stazione in Banda S/X/L, dotata di una parabola di 10 metri, adibita al controllo dei veicoli di lancio (Arianespace, Titan) e al supporto alle prime fasi di volo di satelliti commerciali (LEOP);
  • Stazione in Banda X, dotata di una parabola di 6 metri adibita alla ricezione di dati di telerilevamento (ERS2, Spot, Landsat).

Il centro è collegato con l’Italia mediante satelliti Intelsat nell’ambito della rete ASI-net dell’Agenzia Spaziale Italiana.

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