La dieta chetogenica è in grande spolvero negli ultimi anni. Originariamente sviluppata per curare i pazienti con epilessia che non reagivano alla medicina tradizionale, la dieta a basso contenuto di carboidrati mira a portare il corpo alla chetosi, uno stato in cui brucia grassi ma non carboidrati. Nonostante sia una dieta dai molteplici effetti benefici, presenta anche un effetto collaterale davvero poco piacevole. Secondo Lisa De Fazio, nutrizionista e dietologa che ha conseguito il Master alla California State University Los Angeles, la dieta chetogenica può portare il rischio di problemi ai reni, disidratazione, la “cheto-influenza” (sintomi simili alla vera influenza) e un altro strano effetto collaterale.
Poiché la dieta chetogenica richiede un mix di cibi ad alto contenuto di grassi ma con pochi carboidrati e proteine moderate, può causare alcuni effetti collaterali, come un cambiamento negli odori intimi. Nonostante non siano stati realizzati studi sull’argomento, il fenomeno potrebbe verificarsi quando si cambia drasticamente la dieta integrando grandi quantità di alcuni macronutrienti, come grassi e proteine, sostiene De Fazio. “I cibi cambiano il pH del corpo. Quando questo succede, il corpo emette alcuni odori. La dieta chetogenica potrebbe cambiare il pH vaginale che altera gli odori intimi”, ha spiegato De Fazio. Questo è importante perché un pH sbilanciato può sviluppare irritazione, odori e infezioni come la vaginosi batterica, l’infezione vaginale più comune per le donne in età fertile.
Come funziona il pH
Innanzitutto, con pH si intende “potenziale idrogeno”. Si utilizza una scala da 0 a 14 per misurare l’acidità o la basicità di una sostanza. Un pH inferiore a 7 è considerato acido, mentre da 7 in su è considerato basico. “L’equilibrio del pH è un fattore importante per mantenere la salute vaginale. Una dieta ricca di grassi, soprattutto grassi saturi come quelli della dieta chetogenica, aumenta il pH vaginale e quindi aumenta il rischio di vaginosi batterica”, ha aggiunto De Fazio. Secondo la nutrizionista, il pH vaginale deve avere valori compresi tra 3,8 e 4,5 ed essere quindi moderatamente acido.
Nonostante questo, l’esperta sottolinea che ciò che costituisce un normale livello di pH può variare leggermente nelle diverse fasi della vita di una donna. “Negli anni riproduttivi, tra 15 e 49 anni, il pH vaginale dovrebbe essere pari o inferiore a 4,5. Ma prima del ciclo mestruale e dopo la menopausa, un pH salutare tende ad essere maggiore di 4,5. Un ambiente vaginale acido è protettivo. Crea una barriera che impedisce a batteri e lieviti poco sani di moltiplicarsi troppo rapidamente e causare infezioni”, ha spiegato l’esperta.
Un alto pH vaginale può portare cattivo odore
Un alto pH vaginale (superiore a 4,5) fornisce l’ambiente perfetto per la crescita di batteri poco sani e pone le donne a rischio di alcune infezioni, secondo De Fazio. Il problema del cattivo odore, tuttavia, può essere trattato e può addirittura sparire da solo. “Può sparire da solo, altrimenti si dovrebbe visitare il ginecologo per ricevere una cura. Il dottore potrebbe consigliare di tornare ad una dieta bilanciata. Qualsiasi cambiamento estremo del corpo o del pH non è una buona idea”, ha concluso l’esperta.