“Che sciocchezza continuare ancora a negare il primo sbarco dell’uomo sulla Luna. Chi lo fa sfrutta l’ingenuità delle persone solo per trarne profitto, come scrivere un libro o girare un documentario“: lo ha dichiarato all’AGI Piero Angela, il noto e molto amato divulgatore scientifico che ha seguito in prima persona da giornalista molte missioni Apollo.
Il 20 luglio 1969 “è stato molto emozionante: per la prima volta nella storia, l’uomo ha poggiato i piedi sulla Luna“, racconta Angela. “Andare sulla Luna è qualcosa che gli esseri umani hanno sempre immaginato di fare. Quando poi ci si è riusciti: è stato come un sogno che si realizzava. Oggi invece sappiamo che sulla Luna potremmo andare e ritornare anche solo in una settimana“. “Poi ogni volta che una missione con equipaggio partiva era sempre una grande emozione perché tutti eravamo consapevoli del gran rischio che gli astronauti si assumevano”. “E’ stato così anche per l’Apollo 11“.
Riferendosi alle teorie negazioniste, secondo le quali l’allunaggio del 1969 sarebbe stata solo una montatura, Piero Angela dichiara: “Purtroppo queste teorie continuano ancora a circolare. Non mi stupisco, visto che c’è ancora chi sostiene che la Terra è piatta“.
La teoria negazionista del finto allunaggio
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“We Never Went to the Moon“: è così che inizia, il 3 giugno 1976, la teoria del complotto lunare, con l’uscita negli Stati Uniti di un libro scritto da Bill Kaysing.
Nonostante avesse lavorato solo come supervisore nella stesura di manuali tecnici in un’azienda produttrice di motori a razzo, Kaysing si considerava un grande esperto, e, a suo parere, la tecnologia degli anni ’60 non poteva essere in grado di mandare un uomo sulla Luna. Senza contare che, a suo dire, la NASA era in cattive acque e non poteva certamente permettersi una missione tanto costosa: quindi Kaysing ha concluso che gli americani si erano inventati tutto e avevano affidato la regia del finto sbarco a Stanley Kubrick. Il regista avrebbe accettato, sempre secondo Kaysing, perché sotto minaccia di rendere pubblico il coinvolgimento del fratello Raul con il Partito comunista ai tempi di Guerra Fredda (Kubrick non aveva alcun fratello).
Secondo la teoria del complotto, la missione Apollo 11 venne creata ad arte per rubare la scena ai successi dell’Unione Sovietica, o ancora per distrarre dal fallimento della guerra in Vietnam, oppure per questioni puramente economiche.
Il fatto che, dopo Apollo 11, gli americani misero piede sulla Luna altre 5 volte (5 altre missioni, 12 astronauti in totale, tutti statunitensi), non basta a smontare le incredibili teorie.
Fu poi nel 1978 che il film Capricorn One, del regista Peter Hyams riaccese il dibattito: la pellicola racconta la storia di una missione su Marte annullata per la mancanza di fondi, che la NASA decide di portare avanti comunque, inscenando il tutto.
Se tutte le prove scientifiche non fossero ancora abbastanza per mettere la parola fine a un dibattito insensato, forse potrebbero essere sufficienti le parole emblematiche di Umberto Eco, secondo il quale se la missione fosse stata una finzione, gli unici ad avere interesse nello smentire gli Stati Uniti sarebbero stati i sovietici: “Se i russi sono stati zitti significa che lo sbarco sulla Luna era vero. Fine del dibattito“.