L’influenza colpisce ogni anno in Europa fino a 50 milioni di persone e le sue conseguenze provocano da 15 a 70mila morti l’anno, su un totale di decessi a livello mondiale che oscilla tra 290 e 646mila. Si stima inoltre che il 30% del peso delle malattie trasmissibili in Europa sia dovuto all’influenza. Non solo: l’alto numero di infezioni, da lievi a moderate, provocano assenze di lavoro e perdita di produzione oltre a pesare fortemente sui servizi sanitari e l’assistenza sociale. I ‘numeri’ arrivano dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), in occasione della Settimana per la consapevolezza dell’influenza, campagna di comunicazione promossa dalla Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
L’influenza – ricorda l’Ecdc nel focus pubblicato sul suo sito – è generalmente di lieve entità e la maggior parte delle persone guarisce rapidamente, ma certe sono ad alto rischio di gravi complicazioni, alcune delle quali possono essere pericolose fino a provocare la morte. In particolare gli anziani, le donne incinte, i bambini piccoli e le persone con patologie preesistenti sono più a rischio di sviluppare malattie gravi se dovessero essere infettate. A questi – ribadisce il Centro europeo di prevenzione e controllo – si aggiunge la categoria degli operatori sanitari che, essendo esposti quotidianamente a diversi virus, compreso quello dell’influenza, dovrebbero essere vaccinati per proteggere se stessi e i loro pazienti. L’influenza è una malattia dagli alti costi sociali ed economici e la vaccinazione è il modo migliore per prevenirla. Poiché i virus dell’influenza mutano, la vaccinazione è necessaria ogni anno per ‘restare al passo’ con i virus circolanti. Nell’emisfero settentrionale la circolazione dell’influenza stagionale è osservata tra novembre e maggio, quindi ottobre è il periodo ottimale per vaccinarsi, raccomanda l’Ecdc.