Fabbisogno calorico quotidiano: scoperto “clamoroso errore” nel calcolo

Alimentazione: calcolo del fabbisogno calorico, sbagliata equazione centenaria
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Cent’anni di lavori scientifici che in realtà sarebbero “fake papers”, articoli “da buttare”. Nel centenario dell’uscita delle equazioni di regressione lineare di Harris e Benedict (prediction equations), utilizzate ad esempio per calcolare il fabbisogno calorico quotidiano, un gruppo di ricercatori dell’università Statale di Milano pubblica sulla rivista ‘International Journal of Food Sciences and Nutrition’ uno studio in cui si evidenzia come “l’utilizzo a scopi previsionali da parte della comunità scientifica di tali equazioni si sia basato su un clamoroso errore che ha portato a generare un’enorme quantità di dati e relative pubblicazioni totalmente falsi, e il cui impiego comporta pericolose conseguenze per la salute umana“.
Le conseguenze di questo studio sono enormi – sostengono i ricercatori del Dipartimento di Bioscienze dell’ateneo meneghino – considerando che gli articoli pubblicati dal 1918 ad oggi, basati su calcoli e comparazioni utilizzando varie equazioni previsionali (non solo quelle di Harris e Benedict), ammontano a varie centinaia e gli articoli connessi a migliaia. Tutti lavori che potremmo definire ‘fake papers’, da buttare”, avvertono appunto gli autori secondo i quali “sono da riconsiderare anche le diagnosi sulla nutrizione che riguardano le popolazioni ‘fragili’“.
Non solo: “Tali equazioni vengono utilizzate da organizzazioni mondiali come la Fao, l’Oms o l’Unu a scopo previsionale – aggiungono gli scienziati – e anche molti strumenti che utilizzano software basati su equazioni previsionali per fornire risultati dovrebbero essere abbandonati e considerati ‘generatori di dati falsi’: per esempio i macchinari per la calorimetria indiretta, la Bia, la pletismografia“.
Per i ricercatori milanesi, “le prospettive per il futuro implicano l’abbandono delle equazioni previsionali – che sono meramente descrittive delle popolazioni da cui sono state ricavate, ma non prevedono nulla – e la necessità di puntare alla ricerca di altri metodi che coinvolgano ad esempio la biochimica, i vari pathways metabolici e nuove tecnologie” quali “l’utilizzo di misure per il metabolismo mediante radiazione infrarossa”.
Nella nuova ricerca, dettaglia una nota dall’università degli Studi di Milano, la dimostrazione dell’errore si basa proprio sull’utilizzo delle equazioni di Harris e Benedict per calcolare il metabolismo di ciascuno degli stessi soggetti le cui misurazioni (età, peso, altezza e metabolismo misurato) erano servite per ricavare le equazioni. Se l’equazione fornisse i dati corretti, ci si aspetterebbe che i valori ottenuti coincidano con quelli misurati (103 femmine, 136 maschi). Invece “i risultati calcolati con le equazioni di Harris e Benedict sono totalmente differenti da quelli misurati” dagli autori “sia comparandoli a livello individuale che come popolazione“.
Per gli studiosi, tecnicamente “vale la pena di considerare anche alcune incongruenze che inficiano la stessa costruzione delle equazioni di Harris e Benedict. Le popolazioni analizzate non presentavano una distribuzione ‘normale’ come richiederebbe la corretta applicazione della procedura per ottenere un’equazione di regressione lineare. Per di più – aggiungono – i dati impiegati per costruire tali equazioni dovrebbero essere ottenuti tramite misure (certe e affidabili come lo sono peso, altezza ed età), mentre il valore del metabolismo utilizzato è frutto di un calcolo (calorimetria indiretta, che gli stessi autori ammettono essere una scelta obbligata vista l’impraticabilità concreta dell’uso della calorimetria diretta). Guarda caso, la calorimetria indiretta utilizza un’equazione ‘previsionale’ per fornire i risultati e certo allora non potevano conoscere anche il contributo al metabolismo che è generato dal microbioma“.

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