Il coronavirus sta tenendo il mondo in allerta, mentre crescono sempre di più i timori di una pandemia. Mentre l’Italia ha registrato un boom di casi nella giornata odierna, che hanno portato il numero totali di contagi nel nostro Paese a 20, sono esplosi focolai in Corea del Sud e in Iran. E dalla Cina non arrivano notizie positive. Dopo gli oltre 500 casi registrati in cinque carceri, è allarme anche a Pechino: sotto la guida del presidente Xi Jinping, il Politburo ha assicurato “tutti gli sforzi necessari per il controllo dell’epidemia“. Nella capitale, infatti, dopo i 9 casi delle ultime due settimane, altri 36 sono emersi al Fuxing Hospital: 8 membri del personale medico, 9 addetti delle pulizie e 19 pazienti. Il distretto e’ secondo solo a Wuhan (focolaio dell’epidemia) per “densita’ di infezione”, quanto a numero di casi confermati per km quadrato. Ci sono poi anche 3 casi al Peking University People’s Hospital, a Xicheng.
Il ministero della Giustizia cinese ha chiarito che sono cinque le prigioni tra Hubei, Shandong e Zhejiang che hanno registrato piu’ di 500 casi di coronavirus. Sono stati adottati numerosi provvedimenti di rimozione e di punizione contro “le inefficienze” dei vertici sia delle amministrazioni carcerarie sia di quelle sanitarie locali. Il punto di svolta sull’epidemia “non e’ ancora arrivato“, ha rilevato una nota dopo la riunione del Politburo. “La situazione nella provincia dell’Hubei e nella citta’ di Wuhan resta ancora grave e complessa“. Ying Yong, neo segretario del Pcc dell’Hubei, ha disposto il riconteggio dei casi risultati negativi ai test dell’acido nucleico.
“Siamo preoccupati per l’aumento dei contagi di coronavirus in Iran dove ci sono 18 casi e 4 morti“, ha ammesso da Ginevra il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, fornendo il bollettino quotidiano sulla crisi e spiegando che l’Oms sta fornendo “i kit per i test” a Teheran. I numeri che pero’ ha fatto circolare il ministro della Salute turco Fahrettin Koca dopo un colloquio con il collega iraniano sono ancora piu’ allarmanti: cinque morti ma soprattutto 750 casi sospetti.
A parte il caso della nave Diamond Princess in Giappone, e’ la Corea del Sud “il Paese con il maggior numero di contagiati fuori dalla Cina: stiamo lavorando in stretta collaborazione con il governo per capire le dinamiche di trasmissione che hanno portato a questi aumenti“. Il capo dell’Oms ha avvertito inoltre che la “finestra” per frenare l’epidemia si sta “restringendo” e ha esortato ancora una volta la comunita’ internazionale ad agire rapidamente, anche in termini di finanziamenti. Preoccupa soprattutto la diffusione del virus in Paesi con “un sistema sanitario piu’ debole“: domani, non a caso, avra’ una riunione con i ministri della Salute dell’Africa.
Per quanto riguarda i Paesi vicini dell’Iran, la Turchia ha preso misure di precauzione al valico di frontiera di Gurbulak, l’Iraq ha deciso la chiusura temporanea delle frontiere con la Repubblica islamica, mentre la compagnia di bandiera del Kuwait ha sospeso i voli verso l’Iran. E anche l’Armenia pensa a misure restrittive. La fonte del contagio in Iran e’ attribuita ai lavoratori cinesi a Qom che hanno fatto diversi viaggi da e per la Cina, secondo una funzionaria del ministero della Salute citata dall’Irna.
In Corea del Sud è stata registrata oggi la seconda vittima, una donna di circa 50 anni. Il Korea Center for Disease Control and Prevention (Kcdc) ha assicurato che la situazione e’ “gestibile“, malgrado i contagi si siano quadruplicati in tre giorni, a quota 204. Diverse decine di nuove infezioni sono legate alla Chiesa di Gesu’ Shincheonji, a Daegu, e a un ‘super diffusore’ individuato in una donna di 61 anni. Il sindaco della quarta citta’ del Paese, con 2,5 milioni di abitanti, ha detto che 135 membri della congregazione hanno i sintomi del virus, mentre sono in corso le ricerche di altre 57 persone. Seul ha designato le citta’ di Daegu e Cheongdo “zone di attenzione speciale” dopo il balzo dei contagi: il premier Chung Sye-kyun ha promesso ogni sforzo per misure “forti e rapide” contro la diffusione del virus. Il presidente Moon Jae-in ha parlato di “situazione molto grave” e il sindaco di Seul ha vietato dimostrazioni e riunioni.
Coronavirus in Europa: 20 casi in Italia, 16 in Germania e 12 in Francia
Al momento, l’Italia risulta la nazione con il maggior numero di casi di coronavirus in Europa, ben 20. Per fare il punto sui casi fuori dalla Cina, segnaliamo che Francia e Germania, stando ai dati dei ministeri della Salute e dell’Oms, detenevano in precedenza il primato per il maggior numero di contagi in Europa. In Germania, ad oggi, ne sono stati accertati 16. In 14 casi l’infezione e’ stata contratta sul territorio nazionale (in Baviera, in particolare), 2 contagiati invece provenivano dalla Cina. Alcuni di loro, almeno 5, sono guariti. In Francia si e’ arrivati a 12 contagi accertati, 5 provenienti dalla Cina, 7 che si sono sviluppati nel Paese. A Parigi si e’ registrato anche un morto, l’unico in Europa fino a questo momento: un cittadino cinese di 80 anni. Gli altri 10 pazienti nel frattempo sono guariti. Resta in ospedale a Lione un cittadino britannico.
Libano conferma il primo caso: è una donna arrivata dall’Iran
Il Libano ha confermato il primo caso di contagio da coronavirus e altri due potenziali casi sono sotto osservazione. Il caso confermato riguarda una donna di 45 anni arrivata dalla città iraniana di Qom a bordo di un aereo con 150 persone a bordo, ha detto una fonte ospedaliera ad Arab News. Un team di medici sta monitorando altri due casi sospetti. “Un piano dell’ospedale governativo di Beirut è stato allestito per ricevere altri potenziali casi, è inutile cedere ad un eccessivo panico“, ha dichiarato il ministro della Sanità Hamad in conferenza stampa.
Almeno 34 i casi negli Usa: numero destinato a salire
Sono almeno 34 le persone colpite dal Coronavirus negli Stati Uniti. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie federali statunitensi, che hanno specificato che in 13 casi si tratta di viaggiatori che si sono sentiti male una volta tornati negli Stati Uniti, mentre 21 sono tra i cittadini riportati in patria dal dipartimento di Stato. Nancy Messonnier, direttrice del National Center for Immunization and Respiratory Diseases, ha poi detto di attendersi altri casi tra le persone che erano a bordo della nave da crociera Diamond Princess, che attualmente sono in quarantena; “sono considerate ad alto rischio infezione” ha spiegato. Il nuovo aggiornamento sui dati americani fa si’ che l’Italia non sia piu’ il Paese occidentale con il maggior numero di contagi.
Contagiati 28 americani sulla nave Diamond Princess
Sono 28 i cittadini americani, riportati in Usa dopo giorni in quarantena sulla nave da crociera Diamond Princess, risultati contagiati dal nuovo coronavirus della polmonite. Lo hanno reso noto, dopo i test condotti si connazionali, gli esperti americani dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, che hanno detto di attendersi nuovi casi.