Hyperloop potrebbe sbarcare in Italia: il treno a levitazione magnetica viaggerà a 1.200 Km/h

Hyperloop potrebbe sbarcare in Italia e collegare alcune tra le maggiori città viaggiando a 1.200 Km orari
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Hyperloop potrebbe arrivare in Italia: il treno superveloce a levitazione magnetica ideato da Elon Musk, fondatore di Testa e SpaceX, potrebbe sbarcare nel Bel Paese. Gabriele «Bibop» Gresta, fondatore e presidente della multinazionale ci crede e ha presentato mercoledì a Roma Hyperloop Italia, una nuova società che vuole realizzare nel Paese il treno che viaggia a 1.200 km orari.

In italia Gresta ha come obiettivo quello di realizzare Hyperloop lungo i binari ferroviari e lungo le autostrade, per tale ragione è in contatto con Anas, Fs, Ferrovie Nord, e sono già stati interessati i presidenti delle Regioni Puglia, Basilicata, Sicilia, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Tra i progetti allo studio sembrano esserci le linee Milano Stazione Cadorna-Malpensa Aeroporto in meno di 10 minuti, e Verona-Trieste in mezz’ora.

Il nuovo treno sarebbe realizzato direttamente lungo i binari e le strade esistenti, nei corridoi di 20 metri che i gestori ferroviari hanno già in concessione a fianco delle attuali linee, oppure scavando sotto il terreno. I primi studi di fattibilità saranno annunciati il 20 febbraio.

Gresta non svela le tratte “ma non è un segreto che abbia incontrato più volte i governatori Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga e i vertici di Trenord. La mia presenza al workshop Ambrosetti a Cernobbio a settembre ha gettato le basi per un lavoro che sta continuando”.

“Io credo molto nel progetto italiano, e vogliono essere in prima persona a sviluppare questo mercato. Torno in Italia per questo, non solo perché voglio rivedere mia madre…“, scherza Gresta. “Quello che già nell’ambiente chiamano corridoio Hyperloop può essere la svolta per l’Italia. Ed è realizzabile in tempi umani. Dall’inizio dello studio al primo passeggero penso che si possa fare in meno di dieci anni”. La produzione “avverrà anche in Italia. Essendo un modello basato sulle licenze, noi portiamo la tecnologia e poi facciamo consorzi con dei partner locali”.

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