Misure di emergenza sono state adottate a Qom, la città dell’Iran considerata il ‘Vaticano’ degli sciiti dove ieri due persone sono morte a causa del coronavirus ed altre due sono risultate positive nelle ultime ore. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale ‘Irna’, il ministero della Sanità ha disposto la chiusura di tutte le scuole e le università. Inoltre le autorità della città dove vivono 1,2 milioni di abitanti hanno invitato la popolazione ad evitare i contatti fisici non necessari come baci o strette di mano. Il ministero della Sanità di Teheran, intanto, ha inviato dei team di esperti a QOM e annunciato che i familiari delle vittime saranno sottoposti ai test del coronavirus. Complicazioni respiratorie causate dal virus hanno causato la morte dei due uomini, entrambi anziani ed esposti ad armi chimiche durante la guerra con l’Iraq. Erano ricoverati in ospedale dall’inizio della settimana ed ufficialmente sono stati i primi due casi registrati in Iran. Un quinto paziente contagiato si trova ad Arak.
Le autorità hanno assicurato che nessuno dei due deceduti di recente ha viaggiato all’estero o è uscito da Qom, città 140 chilometri a sud di Teheran. Inoltre sono stati esclusi contatti con turisti cinesi. La radio di Stato della Repubblica islamica ha assicurato ai cittadini che la situazione è sotto controllo, tuttavia, il ministero dell’Interno ha convocato una riunione di emergenza. Domani in Iran si vota per il rinnovo del Parlamento e ci sono speculazioni sul fatto che le notizie delle ultime ore spingano molti elettori a non recarsi ai seggi.
Allarme Coronavirus in Iran, l’Iraq valuta la chiusura dei confini
Il governo iracheno sta valutando la chiusura del confine con l’Iran dopo che nel paese sono stati registrati cinque casi di coronavirus (Covid-19) che hanno gia’ provocato due morti. Secondo quanto riferito ad “Agenzia Nova” da fonti della sicurezza, sarebbero in corso preparativi per realizzare dei centri per la messa in quarantena lungo il confine. Per evitare la diffusione dell’epidemia in Iraq, il ministro della Salute, Jaafar Sadiq Allawi, ha proposto al primo ministro Adel Abdul-Mahdi di predisporre un divieto temporaneo di ingresso ai cittadini iraniani e agli iracheni di visitare l’Iran, mentre il ministero dell’Interno iracheno ha deciso di sospendere l’ingresso dei turisti provenienti dal territorio iraniano. Intanto, il presidente della commissione parlamentare Salute e ambiente, Qutaiba al Jubouri, ha dichiarato: “La commissione parlamentare per la Salute e l’ambiente segue da vicino tutte le misure del governo e monitora le prestazioni delle autorita’ interessate. Questa pericolosa epidemia puo’ essere evitata solo impedendo il suo arrivo in Iraq, e, quindi, passi importanti devono essere presi per scongiurare il pericolo per la nostra popolazione”. Oggi, l’Iran ha confermato tre nuovi casi di coronavirus (Covid-2019), portando a cinque il totale di contagi. Ieri due persone risultate positive al virus sono decedute nell’ospedale di Qom. Secondo quanto riferito dalle autorita’ iraniane, entrambi erano in eta’ avanzata e con problemi di salute. Dei tre nuovi contagi, due sono stati registrati a Qom e uno ad Arak, secondo quanto annunciato oggi dal portavoce del ministero della Sanita’, Kianush Jahanpur. Nel frattempo, il governo iraniano ha sospeso le lezioni nelle scuole, universita’ e istituti di istruzione superiore a Qom per arginare la possibile diffusione del coronavirus.
Coronavirus, la preoccupazione di Rezza per il focolaio di Qom in Iran
“L’intervento, in ritardo di un mese e mezzo ma poi davvero draconiano, della Cina contro il nuovo coronavirus sembra portare effetti positivi. Preoccupano ora i piccoli focolai soprattutto in Asia: in Giappone, Malesia, Singapore e Vietnam. Ma ce n’è uno anche in Germania e di quello in Iran si sa ancora poco”. Lo afferma all’AdnKronos Salute Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Quello che possiamo dire da ciò che abbiamo visto è che, laddove si interviene presto e con metodi drastici, si riesce ad essere efficaci. Parlo – specifica – di un cordone sanitario delle zone colpite, dell’isolamento dei casi e della quarantena dei contatti”.