E’ stato elaborato un nuovo rapporto basato sui numeri dell’emergenza Coronavirus in Italia fino al 30 marzo, stilato da Davide Manca, professore di Ingegneria al Politecnico di Milano esperto della Società europea di anestesiologia (ESA): dal report è emerso che un numero significativo di persone continuerà a morire nel nostro Paese almeno fino a metà aprile. Nello scenario peggiore la situazione drammatica potrebbe protrarsi addirittura fino all’inizio di giugno.
Secondo le stime è probabile che l’aumento del numero dei pazienti in terapia intensiva, sia in Lombardia che in generale in Italia, abbia raggiunto il picco, ma che il numero di decessi in ospedale continuerà ad aumentare al tasso massimo per diversi giorni (i decessi degli ultimi giorni e quelli successivi riguardano e riguarderanno soprattutto persone contagiate circa due settimane fa.
Secondo Manca, i modelli suggeriscono che il massimo aumento giornaliero dei decessi in ospedale si registrerà tra il 28 marzo e il primo aprile in Lombardia, e tra il 28 e il 2 aprile in Italia.
Due gli scenari ipotizzati da Manca, attraverso due diversi modelli, uno chiamato logistico e l’altro di Gompertz: secondo il modello logistico – il più ottimistico – entro il 15 aprile verrà raggiunto, sia in Lombardia che in Italia, il 98% del totale dei decessi previsti in ospedale. Il modello di Gompertz – più pessimista – prevede che il 98% dei decessi si verificherà entro il 3 giugno in Lombardia ed entro giugno 4 in Italia.
In riferimento al numero di pazienti in terapia intensiva, i dati rilevano che il giorno di massimo aumento è stato raggiunto il 15 marzo in Lombardia e il 18 marzo in Italia.
“La differenza tra Lombardia e Italia è dovuta alle misure di distanziamento sociale adottate prima in Lombardia e poi in tutto il paese“, spiega Manca. “Ci aspettiamo di raggiungere la data in cui ci sarà un piccolo o nessun ulteriore aumento dei pazienti Covid-19 in terapia intensiva intorno al giorno 45 (6 aprile) in Lombardia e al giorno 47 (8 aprile) in Italia. I dati suggeriscono che i numeri dei pazienti in terapia intensiva dovrebbero iniziare a diminuire in Lombardia e in Italia dopo queste date, a seconda della continua attuazione e applicazione delle severe misure di quarantena in Italia“.