Cosa prevede la bozza del nuovo decreto legge di maggio? Agevolazioni per famiglie e imprese colpite dall’emergenza coronavirus e maxi detrazione fiscale a partire dal 1° Luglio, ma di che genere? Tutte le novità.
Stop al ritardo nel pagamento
Si prevede in primis lo stop al ritardo nel pagamento degli ammortizzatori sociali per l’emergenza coronavirus. Pertanto il datore di lavoro che non anticipa il trattamento può fare richiesta di pagamento diretto della prestazione trasmettendo la domanda entro la fine del mese di inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Le amministrazioni competenti dovranno autorizzare la domanda entro il giorno 20 del mese successivo a quello del periodo di integrazione richiesto e il datore lavoro dovrà poi comunicarlo all’Inps che a sua volta disporrà il pagamento entro la fine dello stesso mese.
Agevolazioni per le famiglie
Sono previste alcune agevolazioni per le famiglie. In primis stop ai licenziamenti per altri 3 mesi, il bonus colf passa da 400 a 600 euro. Prolungato al 30 settembre il termine per il genitore lavoratore di usufruire di un congedo straordinario per la cura dei figli rimasti a casa a causa delle chiusura delle scuole per l’emergenza Covid-19.
Introdotta inoltre la detrazione irpef sulle spese per i centri estivi per minori di 16 anni per un importo non superiore ai 300 euro per i contribuenti con reddito complessivo entro i 36mila euro annui.
Conferma dei bonus di indennità ed estensione degli stessi
Tutti i bonus verranno confermati ed estesi. Il decreto sembra confermare le indennità introdotte dal decreto Cura Italia, ci sono delle incertezze solo per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza professionale.
L’indennità di 600 euro è stata riconosciuta per il mese di marzo e confermata per il mese di aprile a:
– liberi professionisti con partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo (articolo 53, comma 1, del T.U.I.R.) iscritti alla Gestione separata dell’INPS;
– collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo alla data del 23 febbraio 2020 e iscritti alla Gestione separata dell’INPS.
Entrambe le categorie di lavoratori non dovevano essere titolari di pensione diretta (ma vedremo, più avanti, con quale eccezione) e non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria.
Per il mese di maggio, invece, la bozza di decreto riconosce una indennità pari a 1000 euro:
· ai liberi professionisti titolari di partita IVA a condizione che abbiano subito una comprovata riduzione di almeno il 33 per cento del reddito del secondo bimestre 2020, rispetto al reddito del secondo bimestre 2019.
· ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa che siano titolari di rapporti di lavoro la cui durata non si protrae oltre il 31 dicembre 2020 o che abbiano cessato il rapporto di lavoro.
Superbonus per l’edilizia al 110% fino al 2021
In un’intervista che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro ha rilasciato al TG1 è emerso che le detrazioni fiscali arriveranno al 110% per le opere e gli impianti di ristrutturazione immobiliare finalizzati al risparmio energetico. Essi sono dunque rivolti a interventi di riqualificazione sismica o energetica che saranno a costo zero per le famiglie: ciò è possibile per mezzo di un credito d’imposta del 110% alle imprese che faranno i lavori. I lavori andranno realizzati tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.
La norma vale anche per le facciate dei palazzi, che potranno essere rimessi a nuovo sostanzialmente gratis.
“Si provvede a incrementare al 110% l’aliquota di detrazione spettante a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici – si legge nella bozza – con riferimento alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, nonché di interventi di recupero o restauro della facciata esterna di edifici effettuati dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021?.
Ecobonus e sismabonus: dal 65% e 50% al 110%
“Le detrazioni fiscali in questi anni hanno svolto un ruolo di incentivo fondamentale per tutto il settore privato, creando flussi rilevanti di domanda aggiuntiva per i lavori di ristrutturazione. Ed è per questo che abbiamo deciso che fino al 2021 le aliquote detraibili per alcuni interventi di efficientamento energetico (ecobonus) e per le misure antisismiche (sismabonus), passeranno rispettivamente dal 65% e 50% ad un’aliquota del 110%”.
Super bonus anche per restaurare le facciate
“Inoltre, se congiuntamente ad un’opera strutturale di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza degli edifici, la famiglia vorrà svolgere altri lavori di riqualificazione energetica, restaurare la facciate esterna dell’edificio o installare un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica – si precisa – tutti i lavori riceveranno una detrazione pari al 110%”.
Cosa cambierà per i clienti
Nella nota viene esplicato un esempio concreto: “se una famiglia effettuerà lavori sulla propria abitazione che ricadono all’interno degli interventi sopra elencati per un importo pari a 1000 euro, riceverà al momento della dichiarazione dei redditi una detrazione pari al 110% del costo dei lavori (in questo caso quindi 1100 euro), che potrà usare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo. Mettendo in sicurezza il proprio edificio da un punto di vista sismico, ad esempio, con dei lavori di un valore complessivo pari a 1000 euro, si riceverà dallo Stato una detrazione pari a 1100 euro”.
Non solo: le famiglia, a fronte della cessione della detrazione fiscale, potranno ricevere uno sconto in fattura pari al 100% del costo dei lavori effettuati. In sostanza sarà possibili effettuare importanti lavori di ristrutturazione senza alcun esborso monetario, basterà vendere l la detrazione fiscale all’impresa che ha svolto i lavori.
Oltre all’aumento delle aliquote, inoltre, le famiglie potranno ricevere, a fronte della cessione della detrazione fiscale, uno sconto in fattura pari al 100% del costo dei lavori da parte dell’impresa che ha effettuato la ristrutturazione. Le famiglie potranno cioè effettuare importanti lavori di ristrutturazione senza alcun esborso monetario, ma semplicemente vendendo la detrazione fiscale all’impresa che ha svolto i lavori. In questo modo, “anche le famiglie con redditi molto bassi o nulli potranno svolgere importanti lavori di ristrutturazione edilizia”, l’auspicio del governo.
Come le imprese recupereranno la liquidità
Sarà possibile utilizzare il credito d’imposta in compensazione in cinque quote annuali o cederlo a terzi per ottenere subito la liquidità necessaria.
Per utilizzare la seconda opzione basterà attendere la prima cessione del credito d’imposta, dalla famiglia all’impresa mediante sconto in fattura, e successivamente cedere tale credito a soggetti: si tratta di una soluzione in tempi rapidi che permetterà di ricevere un flusso di liquidità immediata.
Dal momento che è stata modificata la normativa sulla cedibilità delle detrazioni, sarà dunque possibile cedere anche agli istituti bancari (opzione in precedente vietata). Inoltre si possono effettuare anche più di due cessioni.
“Il nostro obiettivo -illustra il governo – è che l’impresa non si trovi mai senza la liquidità necessaria a coprire i propri costi, e che quindi possa cedere il più velocemente possibile e ad un prezzo sostenibile (comunque non inferiore al 100% del valore della fattura) il credito a banche o a grandi imprese”.